Partendo da venditori ambulanti irregolari che vendevano prodotti sulle spiagge del litorale romano, i finanzieri del Comando provinciale di Roma hanno ripercorso a ritroso la filiera distributiva individuando i vertici dell’organizzazione smantellando un vero e proprio distretto industriale del falso sul quale la camorra vigilava con attenzione. 120mila articoli falsi sequestrati, laboratori, sartorie e magazzini scoperti, 11 persone denunciate per associazione a delinquere.
La banda scoperta dalla Gdf, composta da 11 persone e con proprie basi operative a Napoli, Arzano, Acerra e Melito di Napoli, era organizzata con una gerarchia piramidale con a capo sei imprenditori e si serviva di laboratori clandestini e di alcune sartorie artigianali per la produzione di capi taroccati dei più importanti marchi. Efficiente e capillare era la rete di distribuzione che, grazie a diversi depositi intermedi, alimentava le bancarelle ed i negozi del Sud Italia e di Roma. Punto di forza dell’organizzazione, secondo le indagini della Gdf, era la disponibilità di manodopera super specializzata, formatasi in anni di lavoro, in grado di confezionare prodotti dalla qualità impeccabile, cui mancava soltanto la licenza della «casa madre».
Da capogiro il volume d’affari dell’organizzazione che si avvaleva anche dei sistemi elettronici di pagamento e concedeva linee di credito ai clienti considerati particolarmente affidabili. I prezzi erano assolutamente allettanti: basti pensare che, per l’ultima collezione primavera-estate, si andava dai trenta euro del pantalone Gucci ai cinquanta euro del richiestissimo ed ambito modello “Interactivè” delle scarpe Hogan.