Lo scorso anno Google e WeChat hanno bloccato rispettivamente 18mila e 7mila account che commercializzavano prodotti falsi, ma sono sempre di più le bande russe o cinesi che aprono un account Instagram a questo scopo, spesso spacciando i propri articoli per autentici, ingannando i clienti. La denuncia è stata riportata dal sito “QuiFinanza” che sottolinea come nel social network usato da moltissime persone per postare le proprie foto, sia sempre più utilizzato per vendere oggetti e prodotti di marche contraffatte.
Il processo è abbastanza semplice, scrive “QuiFinanza”, gli account postano foto di borse, gioielli, vestiti e scarpe spacciandoli per capi firmati, l’utente sceglie ciò che preferisce e viene invitato a contrattare sul prezzo su social esterni ad Instagram. A contrattazione avvenuta il cliente deve pagare tramite Paypal o Western Union. In realtà ci sono anche, ed in un qualche modo sono meno ‘pericolosi’ per gli acquirenti, gli account Instagram che dichiarano pubblicamente di vendere articoli contraffatti: il compratore sa benissimo che cosa sta comprando e può anche confrontare i prezzi. Questi profili solitamente utilizzano l’hashtag 1:1 che serve per descrivere un articolo falso, ma simile all’originale: il danno comunque c’è per il quadro generale dell’economia, in quanto sottrae mercato ai prodotti originali, e dell’erario, visto che non sempre chi produce prodotti contraffatti è in regola con il fisco.

Malgrado gli stratagemmi utilizzati dai contraffattori, gli esperti sono riusciti a tracciare una mappa degli hastag più utilizzati nella vendita di prodotti contraffatti e a creare un algoritmo in grado di individuarne circa 20mila.