Il 45° Vinitaly chiude quasi 156.000 visitatori, dei quali oltre 48.000 esteri (+3% esteri sul 2010).

Nelle giornate business (giovedì, venerdì e lunedì) l’afflusso di operatori ha registrato un incremento del 10%. «La top ten delle provenienze – dice Ettore Riello, presidente di Veronafiere – vede la Germania in testa, seguita da Stati Uniti e Canada, Regno Unito, Svizzera, Francia, Austria, Paesi dell’Est Europa con una forte presenza della Russia, Cina e Hong Kong».
«La crescita degli operatori internazionali – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere -, è un evidente segno della tendenza del mercato mondiale. Inoltre, nonostante i drammatici eventi che hanno colpito il Giappone è stata confermata la presenza dei buyer provenienti dal Sol Levante e Vinitaly in the World sta pensando a un’iniziativa particolare a favore del popolo giapponese, grande estimatore dei prodotti e della cultura made in Italy».

Continua quindi il trend di crescita inarrestabile ormai da alcuni anni, che dimostra la vitalità e la capacità del più importante salone internazionale dedicato al vino di innovarsi sempre più in chiave business.
«Tutti lasciamo Vinitaly soddisfatti» – dice Lucio Mastroberardino, nel duplice ruolo di produttore e presidente dell’Unione Italiana Vini. «Abbiamo visto una manifestazione estremamente dinamica, che ha dato grandi possibilità di contatti specialmente alle aziende meno dimensionate. Tocca ora alle imprese cogliere le opportunità che questa fiera ha dato, ma c’è comunque l’invito ad andare avanti ed essere ancora più strumento al servizio delle imprese».

Gli fa eco Lamberto Vallarino Gancia, produttore e presidente di Federvini: «E’ il Vinitaly del sorriso per il business – dice -, grazie ai contatti internazionali e ai segnali di ripresa dei mercati. Ci sono poi molto interesse e curiosità per l’edizione 2012 che avrà un nuovo format per le date».
L’aumento degli operatori esteri, inoltre, è stato accompagnato da una loro maggiore qualità: «Le presenze estere – spiega Enrico Chiavacci, direttore commerciale di Antinori – provenivano sia da Paesi emergenti che da quelli consueti. Queste ultime hanno dimostrato una nuova vitalità e attenzione per le novità e per i vini adatti a un consumo più quotidiano. Per questo siamo estremamente contenti».

È andata molto bene per Oscar Farinetti, amministratore delegato di Fontanafredda: «Abbiamo visto molta gente interessata, con contatti anche inaspettati in particolare con operatori provenienti dal Far East (coreani e cinesi), ma ottimi contatti li abbiamo avuti anche con il Nord Europa».