L’amministrazione Biden sospende le misure punitive all’export dell’agroalimentare Made in Italy

Il nuovo clima che si è venuto a creare nei rapporti tra Europa e Stati Uniti dopo l’insediamento alla presidenza d’oltreoceano di Joe Biden ha dato immediatamente un frutto positivo per l’export agroalimentare Made in Italy.
È bastata infatti una telefonata tra la presidente della commissione europea, Ursula Von der Layen, e il presidente americano per mettere fine alla guerra commerciale innescata dai dazi che Donald Trump aveva imposto in relazione alla controversia tra Boing e Airbus.
I prodotti agroalimentari italiani colpiti erano stati formaggi, salami, mortadelle, succhi e agrumi: in particolare un prodotto pregiato come il Parmigiano Reggiano, per fare l’esempio più eclatante, si era visto imporre una tassazione di 6 dollari al chilo, anziché i normali 2,5. E gli Usa rappresentano per il Parmigiano Reggiano il primo mercato export, per un volume pari a circa 12mila tonnellate di prodotto.
Complessivamente i dazi di Trump pesavano per circa 500 milioni di euro sulle esportazioni del Made in Italy, oltretutto rendendo meno appetibili i prodotti sul mercato al dettaglio e, di fatto, favorendo la concorrenza di prodotti che all’italian sounding si richiamano.

«Un’ottima notizia», la definisce l’europarlamentare Paolo De Castro, il primo ad aver avanzato la proposta di una moratoria, poi portata avanti dalla Commissione Ue. «Certo dobbiamo negoziare una soluzione alla disputa Boeing-Airbus – prosegue De Castro – ma credo che in un momento come questo di pandemia e di calo dei commerci internazionali, possiamo permetterci di essere ottimisti e di pensare a un’eliminazione definitiva dei dazi».
Ovvia la soddisfazione delle associazioni di categoria Coldiretti, Confagricoltura e Assolatte ai quali si è accodato anche Paolo Castelletti, segretario generale dell’Unione italiana vini: «Questa sospensione va nella direzione di una rinnovata cooperazione transatlantica indispensabile per le imprese vitivinicole, dipendenti dal mercato Usa per 1,6 miliardi di euro».