Cresce nel 2015 il fatturato medio delle cooperative agroalimentari italiane, che fanno registrare un aumento del +2,7%, ed accelera il loro dinamismo sui mercati esteri, con un export che si stima arriverà nel 2016 a superare i 6 miliardi e mezzo con una crescita del +1,5%. L’Emilia Romagna con quasi 13 miliardi di euro detiene il 38% del fatturato nazionale e il maggior numero di aziende (694 imprese); Sicilia e Puglia sono leader nel Sud; tengono occupazione e retribuzioni.
I dati sono quelli del rapporto annuale, realizzato da Nomisma, dell’Osservatorio della cooperazione agricola italiana, istituito dal Ministero delle politiche agroalimentari e forestali e sostenuto dalle quattro organizzazioni di rappresentanza di settore: Agci-Agrital, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentare ed Unicoop. Nel 2015 sono 4.722 le imprese attive associate, con 90.542 addetti e 771mila adesioni. Il primato per fatturato generato spetta alla zootecnica da carne, con 9,2 miliardi di fatturato nel 2015, pari al 27% di quello della cooperazione agroalimentare italiana associata, seguita dall’ortofrutta, con 8,4 miliardi, e dal lattiero-caseario, che arriva a 6,4 miliardi. «Dall’analisi del rapporto – commenta Giorgio Mercuri, presidente dell’Alleanza delle Cooperative agroalimentari – emerge la vitalità della realtà produttiva della cooperazione che costituisce il 32% della PLV, la produzione agricola lorda vendibile nazionale, e il 23% del fatturato alimentare italiano sul versante della trasformazione dei prodotti, attraverso una rete di imprese particolarmente virtuose, caratterizzate da una mutualità dei conferimenti pari all’82%».