In vista di una missione prevista a Washington, Coldiretti lancia l’allarme per il Made in Italy

Coldiretti lancia l’allarme sulla nuova fase della guerra commerciale tra gli Usa e l’Unione Europea con nuovi dazi che mettono a rischio vino, olio e pasta del Made in Italy oltre ad alcuni tipi di biscotti e caffè esportati negli Stati Uniti. Il tutto per un valore complessivo di circa 3 miliardi.
I primi dazi erano scattati il 18 ottobre scorso, colpendo prodotti tipici agroalimentari come il parmigiano ed il grana padano, molti salumi e alcuni liquori. Ora però la lista si allarga ad altri prodotti, anch’essi molto noti e consumati. Coldiretti sottolinea in una nota d’agenzia, la “minaccia di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy, a quasi tre mesi dall’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 dei dazi aggiuntivi del 25% che hanno colpito per un valore di mezzo miliardo di euro”.
La nuova lista ora arriva ad interessare i 2/3 del valore dell’export del Made in Italy agroalimentare in Usa che è risultato pari a 4,5 miliardi, in crescita del +13% nei primi nove mesi del 2019, secondo l’analisi della Coldiretti. Gli Stati Uniti sono il principale consumatore mondiale di vino e l’Italia è il loro primo fornitore con gli americani che apprezzano tra l’altro il prosecco, il pinot grigio, il lambrusco e il chianti che a differenza dei vini francesi erano scampati alla prima black list scattata ad ottobre 2019. Se entrassero in vigore dazi del 100% ad valore sul vino italiano una bottiglia di prosecco venduta in media oggi al dettaglio in Usa a 10 dollari ne verrebbe a costarne 15, con una rilevante perdita di competitività rispetto alle produzioni non colpite.

Ettore Prandini
presidente
Coldiretti

Coldiretti si è immediatamente attivata. L’Unione Europea ha appoggiato gli Stati Uniti per le sanzioni alla Russia che come ritorsione ha posto l’embargo totale su molti prodotti agroalimentari, come i formaggi, che è costato al Made in Italy oltre un miliardo in cinque anni ed è ora paradossale che l’Italia si ritrovi nel mirino proprio dello storico alleato, con pesanti ipoteche sul nostro export negli Usa.
Per l’Italia al danno si aggiunge la beffa poiché il nostro Paese si ritrova ad essere punito dai dazi Usa nonostante la disputa tra Boeing e Airbus, causa scatenante della guerra commerciale, sia essenzialmente un progetto franco-tedesco al quale si sono aggiunti Spagna ed Gran Bretagna.