Firmato dal Ministro per le politiche agricole, Maurizio Martina, di concerto con quello dello sviluppo economico, Carlo Calenda, nella Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio è stato pubblicato il decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
Ad esprimere piena soddisfazione è stata innanzitutto Coldiretti che ha giudicato questo un passo determinante per tutelare un patrimonio di oltre 5 miliardi di chili di prodotto italiano che rappresenta una componente fondamentale della dieta mediterranea. “Sono tolte dall’anonimato tutte le coltivazioni di pomodoro diffuse lungo tutta la penisola su circa 72.000 ettari da 8mila imprenditori agricoli e destinati a 120 industrie di trasformazione in cui trovano lavoro in Italia ben 10mila persone. Dopo 10 anni – continua Coldiretti – si completa per tutti i derivati del pomodoro il percorso di trasparenza iniziato il primo gennaio 2008 con l’entrata in vigore definitiva dell’obbligo di etichettatura di origine per la sola passata di pomodoro“.

I prodotti già etichettati potranno essere venduti fino alla loro naturale scadenza

Il decreto prevede che le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le diciture:

    Paese di coltivazione del pomodoro;
    Paese di trasformazione del pomodoro.

Possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le diciture: Paesi UE; Paesi NON UE; Paesi UE E NON UE. Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia“.
Per consentire lo smaltimento delle scorte i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perché immessi sul mercati sul mercato o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.