Cresce l’attenzione dei consumatori per quel che arriva sulle nostre tavole e la richiesta è quella di una sempre maggiore garanzia circa la qualità dei prodotti agroalimentari. I dati relativi al nordest sono stati pubblicati dal gazzettino nella pagine solitamente dedicate all’osservatorio e realizzate sulla base delle rilevazioni demoscopiche realizzate tra il 31 gennaio e il 2 febbraio dalla società Demetra. L’osservatorio sul nordest è diretto da Ivo Diamanti e curato da Demos &Pi: in questo caso l’indagine statistica ha interessato 1024 persone rappresentative della popolazione di Veneto, Friuli e Trentino.

I dati certificano che in tutto il nordest il 76,1% si dice molto o abbastanza preoccupato per la sicurezza degli alimenti. Analizzando le risposte i cittadini più preoccupati sono quelli del Friuli, mentre nel Veneto la percentuale è del 74%. Il problema è ovviamente più sentito dalle donne (80,2%) rispetto agli uomini (71,7%) segno che ancora l’onere della spesa e in generale della gestione domestica ricade più frequentemente sulle madri di famiglia. Infatti se si divide il campione per attività, la preoccupazione pressoché totale è tra le casalinghe (93,2%), mentre gli studenti proprio si disinteressano della questione (63,9%).

C’è anche una distinzione per orientamento politico che viene fatta dall’indagine e qui il risultato appare per certi versi sorprendente. I più preoccupati sono infatti gli elettori dell’UDC (90,2%) e di Futuro e Libertà (83,6%) che sopravanzano anche le formazioni ‘storicamente’ più schierate sui temi ambientali della sinistra. Le percentuali minori vengono invece fatte registrare tra gli elettori che si sono dichiarati della Lega (74,1%) e e del PDL (72,3%). E dire che proprio i due ministri veneti, prima il leghista Zaia e poi il pidiellino Galan, sono stati i protagonisti della nuova legge sull’indicazione obbligatoria dell’origine dei prodotti alimentari destinati alle nostre tavole.