Un team multidisciplinare di ricercatori della Fondazione Edmund Mach, a San Michele all’Adige in provincia di Trento, ha sequenziato il genoma di Drosophila suzukii, il moscerino che preoccupa da qualche anno i produttori di piccoli frutti in tutto il mondo. La scoperta è stata illustrata dal presidente della Fondazione Edmund Mach, Francesco Salamini, e dal direttore del centro ricerche e innovazione Roberto Viola.
Originaria del sud-est asiatico, la Drosophila suzukii si è diffusa contemporaneamente negli Stati Uniti e Canada, ed in Europa nel 2008-2009: può infestare un’ampia gamma di piante e le sue femmine, a differenza delle altre drosofile che attaccano frutti già in deperimento, inseriscono l’uovo direttamente nella polpa dei frutti sani prima che essi giungano a completa maturazione, portandoli al disfacimento in pochi giorni. Finora l’efficacia dei trattamenti chimici è risultata insufficiente e la mancanza di adeguate strategie di controllo alternative in particolare per le colture di piccoli frutti sta destando sempre più preoccupazione tra i produttori del settore.
Questa scoperta potrebbe quindi contribuire a capire come contrastare in maniera efficace il moscerino dei piccoli frutti, favorendo l’attività agricola. I dati sono stati depositati in una banca dati internazionale per condividerli con la comunità scientifica mondiale che si occupa di questa problematica. Il progetto prevede di utilizzare questi dati per chiarire gli ancora numerosi punti oscuri sull’origine dell’insetto ed accelerare la messa a punto di metodi di controllo innovativi, sfruttando anche l’enorme mole di conoscenze prodotte su Drosophila melanogaster, il moscerino dell’aceto, parente stretto di Drosophila suzukii e organismo modello per eccellenza.