È bastata una settimana, o poco più, di maltempo siberiano sull’Italia ed i danni per il mondo agricolo e agroalimentare si contano in centinaia di milioni. L’emergenza è esplosa dopo un gennaio ed una prima parte di febbraio insolitamente mite, mentre il fine febbraio-inizio marzo ha portato ad un tracollo delle temperature, con nevicate e piogge gelate che hanno provocato danni diretti ed indiretti al comparto.
Almeno 500 milioni i danni denunciati in una nota dall’Alleanza Cooperative Agroalimentari: “Le piogge gelate e le intense nevicate in Emilia Romagna, Liguria, Lombardia e Veneto peggiorano il già pesante bilancio per gli agricoltori e per le imprese agricole. Se la frutta stagionale è al riparo, perché già è stata raccolta, gelo e neve hanno bruciato oltre il 30% della produzione orticola (broccoli, verza, finocchi, carciofi) in Puglia, Campania, Lazio, Emilia Romagna, Liguria, Sardegna, alta Toscana, Lombardia e Veneto. Altri danni arrivano dalle serre: il peso della neve ne ha fatto collassare oltre il 15%. A rischio oltre il 35% degli alberi da frutta già in fiore per il gennaio insolitamente caldo ed i vigneti, nonostante torce e falò, potrebbero subire ripercussioni per la prossima vendemmia perché già stressati da una estate molto torrida”.

I blocchi del traffico potrebbero mettere in difficoltà anche l’export agricolo

Non bisogna poi dimenticare che in Italia l’80% delle merci viaggia su gomma e con l’autostrada A1 chiusa tra Milano e Bologna anche soltanto per una mattinata le ricadute negative per la distribuzione soprattutto di materiali deperibili sono considerevoli. E pesanti difficoltà hanno colpito la raccolta del latte fresco, con danni enormi per gli allevatori.
In pericolo – sottolinea Coldirettici sono anche le esportazioni verso i Paesi del nord Europa, con un ulteriore aumento delle perdite subite dagli agricoltori. Un conto finale da oltre 300 milioni di euro potrebbe infatti essere pagato dall’agricoltura” una stima che si basa su quanto accaduto nell’ultima gelata siberiana del 2012. Oltre alle merci che rischiano di deteriorarsi nei camion a causa delle strade non percorribili.