Una delegazione di risicoltori di Coldiretti Veneto insieme ad alcune mondine, guidata da Mauro Tonello, vice presidente nazionale, ha presidiato Palazzo Balbi, sede del governo regionale veneto, per denunciare le difficoltà del settore a causa della libera circolazione, addirittura senza dazio, del riso asiatico: quello cambogiano ha avuto un aumento di importazioni del 360% nel 2014.
Una concorrenza spregiudicata che sta mettendo in crisi le coltivazioni tradizionali italiane di Vialone Nano, Carnaroli e Baldo e che è favorita da un accordo europeo che va a scapito del “Made in Italy”, fino a mettere a rischio di scomparsa della coltura dai nostri territori. L’appello di Coldiretti Veneto è indirizzato alla Regione, ma va dritto a Bruxelles tramite il semestre italiano affinché sia attivata la clausola di salvaguardia che ogni Stato può chiedere in questi casi. In Veneto sono occupati a risaie oltre 3mila ettari gestiti da 120 aziende.
Il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, ha incontrato una delegazione di Coldiretti Veneto annunciando la propria convinta adesione alla protesta: «contro l’ennesimo attentato alla tipicità dei prodotti agricoli, in questo caso il riso, e contro la scellerata libera circolazione addirittura senza dazio, di produzioni asiatiche prive di qualsiasi tracciabilità, che rappresentano un grave problema di qualità e anche, lasciatemelo dire, dal punto di vista della salute».

Riso veneto: la Regione Veneto a fianco della Coldiretti
«Il semestre italiano di presidenza europea – ha incalzato il Governatore del Veneto dialogando con la delegazione Coldiretti che denunciava le problematiche del settore risicolo – deve adoperarsi con urgenza perché Bruxelles attivi la clausola di salvaguardia che ogni Stato può chiedere in questi casi. Siamo al fianco della Coldiretti nel porre con tutta la forza la questione del valore identitario del prodotto e della sicurezza alimentare e nel ricordare al sempre più distratto burosauro europeo l’irrinunciabilità della tracciabilità, dell’etichettatura e della tipicità dei prodotti».
All’incontro erano presnti gli assessori al bilancio, Roberto Ciambetti e all’agricoltura, Franco Manzato. «Abbiamo preso l’impegno di portare al tavolo della Conferenza delle Regioni – ha detto Ciambetti – le problematiche della filiera risicola italiana, affinché la stessa Conferenza sostenga la protesta e le rivendicazioni dei nostri produttori facendo le opportune pressioni sul governo nazionale. Bisogna difendere il prodotto locale dal dumping asiatico: nessuno vuole impedire alle economie dell’Asia di affacciarsi nel mercato proponendo prodotti alternativi a prezzi troppo concorrenziali. La logica della globalizzazione impone questa sfida. Ma ogni sfida prevede anche il rispetto delle regole e una serie di tutele».
«La coltivazione del riso fa parte della nostra storia e del nostro paesaggio veneto – ha sottolineato Manzato – e difendere la produzione locale significa non solo tutelare un comparto produttivo di qualità, ma anche salvaguardare il territorio e proteggere il consumatore. Riso low cost ma anche low quality, cheapness: in che condizioni sono costretti a lavorare gli agricoltori nelle risaie orientali? Quali pesticidi vengono adoperati? Basterebbe questo per condividere e sostenere le richieste dei produttori di riso della pianura padano veneta».