Cia-Agricoltori Italiani ha presentato ufficialmente il proprio piano di internazionalizzazione per promuovere le eccellenze del Made in Italy agroalimentare sui nuovi mercati stranieri. Un piano portato avanti insieme a Ice, Gambero Rosso Internazional, Centro Studi Anticontraffazione e Studio Valdani e Vicari. L’Italia porta sulle tavole dei consumatori internazionali non più di 200 veri prodotti Made in Italy, a fronte di una produzione nazionale che vanta oltre 5.847 prodotti tradizionali e di denominazione di origine.
La cifra mossa dell’export è di soli 37 miliardi di euro e ben il 90% del fatturato complessivo è ricoperto da un paniere molto limitato di prodotti, con 24 miliardi di euro generati dagli scambi con le sole Germania, Francia e Regno Unito. Il potenziale dell’agroalimentare italiano è enorme ma rimane inespresso: dei 523 vini a denominazione d’origine, i consumatori mondiali ne possono conoscere meno di una dozzina. A mettere in evidenza la mancanza di una strategia italiana di ampio respiro sulle politiche agroalimentari è il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino: «Ho il timore che, a forza di parlare solo di “km zero”, stiamo relegando le nostre produzioni di eccellenza alla vendita nei mercatini rionali, che generano un fatturato inferiore al miliardo e mezzo di euro. Una strategia che blocca e limita un potenziale di almeno 70 miliardi di euro in export. Per crescere ed affrontare i nuovi mercati è necessario rafforzare e accompagnare le imprese per fare rete e sistema. Un compito in cui, da sempre, si impegna la Cia».