Italia Zootecnica ringrazia coloro che al tavolo tecnico del Ministero delle Politiche Agricole, riunitosi per esprimere la posizione dell’Italia sulla proposta avanzata dall’Unione Europea di abolizione dell’etichettatura facoltativa per le carni, hanno sostenuto la tesi che l’etichettatura facoltativa non va abolita. Italia Zootecnica, l’Unione Nazionale tra le Organizzazioni Produttori ed Associazioni Produttori di Carne Bovina, spiega in un comunicato che questa abolizione darebbe il via ad una “gestione allegra” delle etichette della carne bovina e polemizza con Uniceb, l’organizzazione che in campo nazionale, comunitario ed internazionale cura e tutela gli interessi degli industriali nei distinti momenti della filiera delle carni, perché non ha mai fatto mistero di non “credere” all’etichettatura facoltativa e non ha mai cercato di valorizzarla e promuoverla.

Uniceb, accusa Italia Zootecnica, ha anche messo in discussione il Sistema di qualità superiore nazionale zootecnia, bollandolo come inutile. Probabilmente la mission di Uniceb è di favorire la circolazione di “carne anonima”, con etichette minimali, che non facciano distinguere al consumatore la carne di un giovane bovino di 18-24 mesi rispetto a quella delle cosiddette vacche a fine carriera (con età anche superiori ai 7 anni) entrambi classificabili “bovino adulto”. Provino i tecnici di Uniceb ad informarsi su cosa ne pensa la Grande Distribuzione Organizzata, quella che acquista soprattutto carne prodotta in Italia, sull’ipotesi di appiattimento delle informazioni che verrebbero date in etichetta se la “facoltativa” venisse abolita ed ogni Paese fosse libero di interpretare future norme, non meglio specificate dall’UE, su cosa poter scrivere in etichetta.

Provino i tecnici Uniceb a girare punti vendita, ristoranti e mense per verificare quanto bisogno c’è di far diventare l’etichettatura facoltativa, obbligatoria! Altro che abolizione.