Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Mario Catania, è intervenuto al MacFrut di Cesena, uno dei più importanti momenti italiani di incontro e di confronto per i professionisti dell’ortofrutta, da coloro che si occupano di produzione, di commercio, a chi è impegnato nella logistica, nel packaging, nei macchinari e nella distribuzione. Intervenendo al convegno “Filiera ortofrutticola italiana: aggregazione, interprofessione, internazionalizzazione” il ministro ha dichiarato: «Se mi si chiede se l’aggregazione dell’offerta è una risposta per l’ortofrutta italiana e per ottenere un maggiore reddito per gli agricoltori io non posso che rispondere di sì. Nello stesso tempo è evidente che non può essere l’unica risposta e che anche le forme di aggregazione a cui siamo abituati e che conosciamo devono essere migliorate». E parlando degli effetti dell’art 62 del decreto ‘Liberalizzazioni’, l’articolo che disciplina le relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari, Mario Catania ha sostenuto che «ha un ruolo importante nel restituire redditività agli agricoltori italiani. È stata una battaglia difficile che ci ha visti discutere, anche animatamente, con il mondo della grande distribuzione ma un effetto lo ha sicuramente già avuto in quanto la GDO ha cambiato atteggiamento nei confronti del settore primario».

Ortofrutta: la cooperazione è una ricchezza
Nel corso del suo intervento al convegno “Filiera ortofrutticola italiana: aggregazione, interprofessione, internazionalizzazione” nell’ambito di MacFruit a Cesena, il ministro Mario Catania ha sottolineato che «La metà della quantità dell’ortofrutta italiana viene prodotta nel Mezzogiorno e lì, come è noto, ci sono delle condizioni di mercato in un rapporto con il mondo della cooperazione e gli strumenti della aggregazione imparagonabili a quelli che troviamo qui nell’organizzatissima Emilia Romagna. Per poter riuscire a far fare un salto di qualità a tutto il settore, è evidente che ci dobbiamo occupare di riorganizzare quella parte del mondo produttivo del Paese».
«Il mondo della cooperazione – ha concluso Catania – è sicuramente un punto di riferimento importante, tutelato peraltro dalla Costituzione italiana, per il Paese e per il mondo del lavoro. Detto questo, è però evidente che, per fare in modo che gli sia riconosciuto il suo ruolo, deve mantenere le sue caratteristiche peculiari per non correre il rischio di proseguire nel percorso di omologazione con le imprese private. Sono sempre stato convinto che la cooperazione sia una ricchezza per la nostra società e per questo vi incoraggio a mantenere quelle differenze che vi contraddistinguono».