In Veneto a febbraio è caduto il 96% in meno della pioggia ed in montagna è nevicato pochissimo .

“Non si sono mai registrate rilevazioni così drammatiche”: è l’allarme lanciato dal bollettino ANBI Veneto sulla disponibilità della risorsa idrica di questo febbraio 2023.
Il dato diffuso dalla sezione veneta dell’Associazione Nazionale delle Bonifiche Irrigazioni e Miglioramenti fondiari che raccoglie i Consorzi di Bonifica della regione dice che nello scorso mese di febbraio sono caduti solamente 3 millimetri di pioggia, pari al 96% in meno rispetto alla media storica. Anche le precipitazioni nevose sono state scarsissime e la copertura nevosa è stata erosa dalle temperature miti registrate nel corso del mese.
Il risultato è che gli invasi montani (Piave e Brenta in particolare) presentano un riempimento piuttosto scarso e una tendenza al calo nel corso dell’ultimo mese e che le portate dei corsi d’acqua non denotano segnali di particolare ripresa dopo la magra dei mesi precedenti. Sono presenti condizioni di elevato deficit pluviometrico variabili tra il -90% del Po e il – 98% di Adige, Lemene, Pianura tra Livenza e Piave, Sile e Tagliamento. Inoltre è ancora gravissima la situazione delle falde acquifere lontane dalla rigenerazione della risorsa idrica sotterranea e si rilevano ancora valori prossimi ai minimi storici per gli acquiferi più importanti della Regione.
In conclusione, se ancora quasi ovunque è presente una situazione di normalità riferita ad uno scenario degli ultimi 3 mesi, la tendenza nell’ultimo mese segnala ad una progressiva, gravissima riduzione della disponibilità idrica nei suoli.