C’è un nuovo, sorprendente capitolo che viene ad alimentare il fenomeno dell’Italian Sounding, la pirateria agroalimentare internazionale: lo ha fatto emergere Alessandra Terrosi, deputata del Partito democratico, durante una Question Time alla Camera. È il caso del formaggio Parrano, fenomeno di omonimia isolato nel suo genere, ma accomunato a tanti altri casi nei contenuti: il Regianito argentino, il Parmesan statunitense, il Parmeson cinese, il Parla salami dal Messico. Questa volta ad essere imitato dall’azienda olandese UnieKaas non è solo la pasta del noto formaggio italiano reggiano, bensì il nome, esattamente coincidente con una indicazione geografica umbra, il comune di Parrano in provincia di Terni.
«Ne scrive pubblicamente il sindaco del Comune, Vittorio Tarparelli – spiega Alessandra Terrosi – dichiarando che in Italia esiste un solo Parrano che è un’entità amministrativa e che quindi deve tutelare il proprio nome, la propria identità segnica. Indipendentemente da come si sia palesato il nome alla UnieKaas, il sindaco continua chiedendo spiegazioni sulla possibilità di registrare e usare il marchio “Parrano” per un prodotto alimentare che fa il verso esplicitamente all’Italia, chiedendo se non sia il caso che le autorità di competenza vadano a fondo della questione. Chiediamo – conclude la parlamentare PD – che il governo si adoperi affinché la Commissione europea dia efficacia nei tempi più brevi possibili all’estensione ad altri alimenti dell’etichettatura di origine obbligatoria per la quale il Regolamento 1169/2011 definisce una procedura per ciascun alimento da concludere entro il mese di dicembre 2014».