Coprob (Cooperativa Produttori Bieticoli), unico produttore nazionale di zucchero 100% italiano, chiude l’esercizio con un fatturato di 222 milioni ed un utile di 1,2 milioni di euro. Un risultato decisamente positivo se si considera il peso del crollo del prezzo dello zucchero a partire dal mese di settembre, quando è stato posto termine al regime delle quote di produzione europee.
Il gruppo di Minerbio (BO) continua il percorso di crescita in tutti i comparti, a partire dall’area agricola dove da qualche anno, grazie ai Club Territoriali della bietola e a Beta (divisione di sperimentazione agronomica di Coprob) si sta accelerando lo sviluppo della produzione di bietole e zucchero per ettaro. Una crescita che si concretizza con l’utilizzo della nuova genetica e con la messa in campo di tutte le conoscenze e i mezzi a disposizione dagli operatori, con i quali si sono create forti partnership. «L’obiettivo di arrivare a 10 tonnellate di zucchero per ettaro – sottolinea il presidente Coprob, Claudio Gallerani è alla nostra portata, con l’ambizione, dal 2019, di produrre il primo zucchero bio da bietole italiane, che potrà essere anche grezzo».

Appello ai politici perché siano protagonisti della battaglia che si sta giocando a Bruxelles

La Cooperativa ha lanciato recentemente l’allarme circa la crisi che il comparto bieticolo saccarifero italiano sta vivendo a causa delle anomalie di mercato, create da una riforma troppo libera e ‘senza rete’, cioè priva dei debiti ammortizzatori.
«Il nostro appello alla politica italiana – ribadisce Gallerani – è sempre più forte e si pone l’obiettivo di arrivare in sede europea. Siamo in prima linea per coinvolgere sempre più esponenti delle nostre istituzioni al ‘tavolo della sostenibilità’, e per trovare un accordo a tutela del nostro comparto, asset strategico dell’industria agroalimentare italiana». Gli ha fatto eco l’assessore all’agricoltura della Regione Veneto, Giuseppe Pan: «Coinvolgerò il vicepresidente della commissione Agricoltura dell’europarlamento, l’onorevole Paolo de Castro, e gli europarlamentari del Nordest, perché Bruxelles affronti gli squilibri creati dalla liberalizzazione».