La filiera dei foraggi è in difficoltà per i rincari e chiede interventi senza modificare la Pac

Garantire al settore primario una moratoria sull’indebitamento per dare respiro finanziario alle imprese che altrimenti rischiano di chiudere a causa della mancanza e dei folli rincari delle materie prime, ma senza per questo pensare di modificare la Pac, in quanto politica che deve guardare non alla contingenza attuale, ma alle prospettive di mediolungo periodo.
È quanto chiede AIFE – Filiera Italiana Foraggi” attraverso il vicepresidente Riccardo Severi che, in una nota, sottolinea: “la necessità di avviare rapidamente a livello europeo un confronto sulla deroga della disciplina degli aiuti di Stato per l’agroalimentare, affiancando misure di sostegno alle imprese italiane. Le nostre imprese agricole devono poter accedere rapidamente a ogni tipologia di incentivazione mirata a favorire la ristrutturazione e la rinegoziazione del debito bancario”.
Commentando favorevolmente l’iniziativa assonta dal Ministro alle Politiche Agricole, Stafano Patuanelli, che ha portato la questione all’attenzione del Consiglio dei ministri, Severi dichiara: «Non possiamo che condividere le parole del ministro Patuanelli, perché riteniamo assolutamente strategico, come Paese, garantire una moratoria sull’indebitamento in essere fra le aziende agricole, quelle ad esse connesse e gli istituti di credito. Solo così si potrà assicurare quel necessario respiro finanziario, quantomeno nel breve periodo, in grado di impedire il rischio  chiusura delle imprese costrette oggi a fronteggiare folli rincari di prezzi e indisponibilità di materie prime».Sarebbe però sbagliato in questo contesto pensare a una ridefinizione della Pac,

«Ancora una volta, e oggi più che mai – sottolinea il vicepresidente di AIFE – Filiera Italiana Foraggi, Riccardo Severi – si impone la necessità di ricollegare l’agricoltura alla zootecnia perché da sempre il settore primario, nel suo insieme, deve essere sostenuto per garantire la sicurezza alimentare anche e soprattutto nei periodi legati alle crisi belliche come quelli che purtroppo stiamo vivendo. Sarebbe però sbagliato in questo contesto pensare a una ridefinizione della Pac, che non può e non deve essere considerata uno strumento per tamponare le emergenze, bensì la via maestra per uno sviluppo sostenibile del mondo agrozootecnico attraverso una programmazione attenta e lungimirante».