Per Franco Manzato, assessore all’agricoltura del Veneto, non si può considerare il terreno, le abitazioni e i fabbricati rurali un bene da tassare, come fa la manovra varata dal Governo Monti. Tanto che l’assessore regionale arriva a dichiarare: “A me pare che la predicata ‘equità’ della manovra del governo Monti abbia caratteristiche molto simili al sistema di prelievo fiscale dello!”

La manovra, prevede tra l’altro, in fatto di imposta municipale unica (tradizionalmente chiamata ICI) l’applicazione di un’aliquota dello 0,2 per cento di base dell’imposta per i fabbricati rurali ad uso strumentale e dello 0,4 per cento per le prime abitazioni rurali dei coltivatori diretti. Per i terreni agricoli il valore è ottenuto applicando un moltiplicatore pari a 120 di quello preesistente. Viene peraltro prorogato al 31 marzo 2012 la scadenza dell’obbligo di accatastamento per i fabbricati rurali. Dal gennaio prossimo sono state rideterminate al rialzo le aliquote contributive pensionistiche di finanziamento e di computo: da un minimo di +1,70% (maggiori di 21 anni nelle zone normali) ad un massimo di +7,20% (minori di 21 anni delle zone svantaggiate).
“A fronte di questo aumento di uscite aggiuntivo, come se non bastassero gli aumentati costi di produzione e le relative imposte indirette – ha rimarcato Manzato – è stato previsto l’ulteriore stanziamento di 40 milioni di euro a favore dell’Agea, organismo che andrebbe soppresso in quanto è stata prevista l’istituzione di organismi pagatori regionali, che noi abbiamo attivato e che paghiamo, ma alle quali in molte regioni, soprattutto quelle del Sud, nessuno pensa di dare vita, nonostante ciò che dice la relazione speciale della Corte dei Conti”.