Limitate o bloccate per un anno le importazioni di prodotti agricoli e alimentari dai Paesi che hanno agito contro Mosca per la sua posizione nella crisi ucraina. È la controffensiva di Vladimir Putin alle nuove restrizioni adottate a fine luglio da Ue e Usa per colpire la Russia sul piano economico. Il governo russo sta già preparando una lista dei beni di cui limitare le importazioni e ad essere danneggiate potrebbero essere diverse aziende italiane. Il valore delle importazioni in Russia di prodotti agroalimentari ammonta a ben 43 miliardi di dollari e riguarda soprattutto carne, pesce, frutta, verdura e formaggi.
«È un altro grave colpo – afferma Dario Stefàno, presidente della giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato ed esponente di Sel – ad un comparto come quello agricolo italiano messo a dura prova oltre che dalla generale crisi congiunturale anche dal maltempo, dal costante aumento delle tasse e dalla crisi dei consumi. L’inspiegabile stop che arriva da Mosca alle importazioni dei prodotti agroalimentari quale reazione alle sanzioni imposte dagli Stati uniti e dall’Unione Europea alla Russia per il comportamento tenuto nella vicenda della crisi in Ucraina non fa bene all’agroalimentare italiano il cui export verso la Russia vale 700 milioni di euro all’anno. A farne le spese saranno soprattutto l’ortofrutta, la pasta e la carne. I produttori italiani. Il silenzio di queste ore da parte del ministero degli esteri è assordante. Ma mi auguro – conclude Stefàno – che il Governo tutto, con il supporto del MIPAAF, non lasci da sole le imprese agricole che potrebbero pagare un prezzo altissimo per le conseguenze dell’embargo russo, rischiando di soccombere alla ennesima “avversità”».