Contro l’idea di una sovranità alimentare nazionale il Ministro Patuanelli si appella all’Europa

Il caro energia che si registra dalla fine dello scorso e che l’invasione russa dell’Ucraina ha ulteriormente alimentato, si riflette sempre più vistosamente sui prezzi che interessano ormai tutti i prodotti alimentari. Coldiretti ha stilato una black list degli aumenti sullo scaffale sulla base delle rilevazioni Istat: in generale il tasso di inflazione a marzo 2022 aumenta complessivamente per i cibi e bevande del +6,7%.
L’incremento più vistoso è quello registrato dagli oli di semi, soprattutto quello di girasole di cui l’Ucraina è uno dei principali produttori, che sono aumentati del +23,3%. A seguire ci sono la verdura fresca, con i prezzi in salita del + 17,8%, e il burro con il +17,4%. Rincari a doppia cifra, continua Coldiretti, anche per la pasta, al +13%, anche per la corsa agli acquisti nei supermercati per fare scorte, così come per frutti di mare (+10,8%) e farina (+10%). Sensibili anche gli aumenti per la carne di pollo (+8,4%), frutta fresca (+8,1%), pesce fresco (+7,6%), con i gelati (+6,2%) a chiudere la A oggi non esistono allarmi per il nostro Paese, i top ten.

L’aumento dei costi di produzione, soprattutto quelli energetici, mette in difficoltà l’intera filiera agroalimentare nazionale e Coldiretti è in prima linea per sollecitare il Governo a provvedimenti immediati per sostenere le filiere nazionali. Oggettivamente, con il mais magiaro fermo in Ungheria, perché il governo locale ha deciso di fermare le esportazioni, e i cereali ucraini e russi indisponibili per ragioni di guerra, la crisi internazionale sta mettendo a rischio diverse produzioni alimentari in Italia e in Europa.
Al tempo stesso però, il Ministro per le politiche agricole, Stefano Patuanelli, lancia un monito sulla cosiddetta sovranità alimentare: «In questo scenario non è opportuno parlare di “sovranità alimentare” per il sistema italiano. Il nostro tessuto agricolo non può garantire l’autosufficienza per tutte le materie prime necessarie alla produzione alimentare destinata al consumo interno e all’esportazione. Credo invece che la sovranità alimentare europea sia possibile, auspicabile e vicina».