Coldiretti: agricoltori costretti a vendere sottocosto a causa dell’aumento dei costi energetici

Tutti gli italiani hanno avuto modo di verificarlo direttamente sul proprio portafoglio: i prezzi dell’ortofrutta in questo inizio del 2022 sono saliti alle stelle. Le elaborazioni di Borsa Merci Telematica Italiana registrano, rispetto allo scorso anno, un impennata dei prezzi all’ingrosso  dei pomodori (+35%), delle melanzane (+37%) e delle zucchine (+52%).
Le rilevazioni sono state  effettuate nei Mercati all’ingrosso appartenenti alla Rete di Imprese Italmercati. I forti rialzi dipendono anche, spiegano gli analisti, dall’aumento dei costi dell’energia elettrica, utilizzata per il riscaldamento delle serre, per l’attivazione delle pompe di irrigazione, così come l’aumento dei costi dei concimi e delle plastiche utilizzate, ad esempio i teli per coprire le serre.
Si aggiunga a questo l’andamento climatico anomalo ed ecco che la poca disponibilità di arance di calibro grande ha fatto balzare i prezzi del +31% rispetto a un anno fa; le gelate hanno invece spinto oltre il +175% il prezzo dei finocchi e al +52% quello del carciofo violetto senza spine. Da segnalare anche che le scarse scorte di carote in attesa della nuova produzione hanno causato un aumento del prezzo generalizzato in tutti i mercati di oltre il 27%, rispetto a 12 mesi fa.

«Il caro energia – è l’analisi del presidente della Coldiretti, Ettore Prandinispinge la speculazione dai campi alla tavola con gli agricoltori costretti a lavorare in perdita ed i consumatori a tagliare il carrello della spesa a causa dell’aumento dei prezzi al dettaglio.
Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati. Per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti, meno di 15 centesimi in Italia vanno a remunerare il prodotto agricolo».