La recente approvazione del Regolamento europeo sull’indicazione in etichetta dell’origine dell’ingrediente principale degli alimenti obbliga i produttori, a partire dal primo aprile 2020, a fornire in etichetta le informazioni sull’origine, ma solo quando il luogo di provenienza dell’ingrediente primario dell’alimento è diverso da quello che altri simboli grafici in etichetta lasciano intendere o evocano esplicitamente.
In concreto, un pacco di pasta con il tricolore in etichetta dovrà indicare se le farine utilizzate non sono italiane; oppure un salame per il quale si richiama la tradizione italiana dovrà dichiarare da dove effettivamente arrivino le carni utilizzate. La scelta europea è non solo tardiva, ma è anche meno rigorosa della normativa italiana varata nell’ultimo anno che imponeva l’obbligo di indicazione del Paese d’origine per tutti i prodotti a base di pasta, riso, latte e pomodoro. Come già avevamo avuto modo di scrivere, la ‘fuga in avanti’ italiana viene ora cancellata dalla norma europea che abroga tutte quelle nazionali.

L’Alleanza delle Cooperative agricole intende continuare volontariamente ad indicare l’origine dei prodotti

«In tema di indicazione obbligatoria dell’origine della materia prima – sottolinea il presidente dell’Alleanza Cooperative Italiane – settore Agroalimentare, Giorgio Mercuril’Europa ha approvato un regolamento esecutivo unico, valido per tutti i produttori europei, disciplinando nel dettaglio i singoli casi in cui è obbligatorio indicare il Paese d’origine. È opportuno che l’Italia rivede con urgenzale la propria normativa al fine di portare a termine la fase di sperimentazione di due anni attualmente prevista».
L’auspicio dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari è che “le aziende che operano in Italia continuino ad indicare il paese d’origine, attenendosi alle normative nazionali, a prescindere dall’entrata in vigore del Regolamento. In tal modo i consumatori potranno continuare ad avere maggiori informazioni in etichetta, in linea con la crescente attenzione e esigenza di rassicurazione sull’origine della materia prima”.