Un paradosso di ordinaria follia burocratica: solo per le Langhe, la storica area piemontese di produzione delle più pregiate nocciole italiane, non sarà possibile utilizzare il nome “Langhe” che invece sarà patrimonio di tutto il resto d’Italia. È la conseguenza della decisione del Ministero per le politiche agricole che ha approvato il Registro nazionale delle varietà di piante da frutto, tra le quali è ufficialmente iscritta la “Tonda Gentile Langhe”. Ovvio che da parte delle Regioni ci sia stata una soddisfatta adesione ad una così prestigiosa denominazione.
Tutte tranne il Piemonte che per lungo tempo si è battuto per ottenere un riconoscimento della propria specificità produttiva puntando ad un Igp, una identificazione geografica protetta, alla quale è stato imposto nel rigoroso disciplinare il nome di “Tonda gentile trilobata” senza alcun riferimento alle colline delle Langhe, famose anche per la produzione vitivinicola. «Nella primavera scorsa – spiega l’eurodeputato Alberto Cirio – avevamo denunciato con forza che in questo registro il nome “Langhe” non poteva essere associato a una pianta. Se leggo Langhe penso a un prodotto che arriva da una precisa area geografica e non coltivato in tutto il Paese. Una decisione che va contro anche la normativa europea, che vieta l’uso di dizioni ambigue come i nomi geografici proprio, perché possono indurre in errore. Uno schiaffo al territorio. Nelle prossime ore denuncerò formalmente il Governo italiano all’Unione europea per violazione della normativa Ue in materia di origine dei prodotti agricoli».