Anche lui è arrivato in Italia dalla Cina, si chiama “Cinipide galligeno del castagno” e ha dimezzato la produzione nazionale di castagne. E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme ricordando che l’Italia detiene la leadership produttiva in Europa e si classifica al quarto posto nel mondo dopo Cina, Corea del sud e Turchia. A rischio sono 780mila ettari di bosco di castagno  presenti sul territorio nazionale con 34.160  imprese agricole che danno occupazione nell’intera filiera a centomila persone.

Contro l’insetto killer che provoca nella pianta la formazione di galle, cioè ingrossamenti delle gemme di varie forme e dimensioni, non possono essere utilizzati prodotti, ma è stata avviata una capillare guerra biologica attraverso lo sviluppo e l’accurata diffusione dell’insetto Torymus sinensis, che è un antagonista naturale del Cinipide galligeno. Ma ci vorrà molto tempo per ottenere un adeguato contenimento.

Se dal punto di vista quantitativo la situazione è preoccupante, il primato italiano sul piano qualitativo è confermato – continua la Coldiretti – dalla presenza di ben dodici tipi di castagne che hanno ottenuto il riconoscimento europeo: in Veneto il riconoscimento europeo della qualità  è andato al Marrone di San Zeno Dop  e ai Marroni del Monfenera Igp. In generale si conoscono oltre cento varietà di castagne e a diverso titolo sono rimaste nelle tradizioni alimentari autunnali degli italiani che le consumano arrostite, lessate o cotte in latte e zucchero. Nell’alta cucina poi la castagna è utilizzata nella preparazione di primi piatti o elaborati secondi a base di carne. E poi ci sono le caldarroste in vendita nel centro delle città: ma attenzione, anche in questo caso  la Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e alla provenienza del prodotto, perché sono frequenti in questi casi le castagne in arrivo dall’estero.