L’annata agraria 2016 nel Veneto ha registrato un aumento complessivo del +4,1% della quantità prodotta, ma il valore economico stimato è complessivamente pari a 5,5 miliardi di euro, in linea con quanto registrato nel 2015, con un -0,3%. Questi i dati diffusi dalla Regione e da Veneto Agricoltura che dicono di luci e ombre condizionate dalla flessione dei prezzi in particolare nella zootecnica e, parzialmente, nelle colture erbacee. Inevitabilmente buoni invece i risultati del settore vitivinicolo.
Alcuni dettagli per quel che riguarda l’attività colturale veneta: l’andamento climatico avrebbe favorito le colture estensive estive, soprattutto mais e soia, ma la riduzione delle superfici coltivate ha determinato un -4% per il mais, fermo a 1,7 milioni di tonnellate, ed un -7% per il riso. L’aumento degli investimenti ha invece prodotto un aumento per il frumento tenero +8,5%, il frumento duro +73% e l’orzo +35%.
Tra gli orticoli, aumenta la produzione di patate (+10%), radicchio (+9%) e lattuga (+54%), cala invece la produzione di fragole (-11%). Le coltivazioni in serra segnano un importante +21%. Calano i raccolti di pere (-11%), pesche (-4%) e ciliegie (-2%), mentre sono in crescita quelli di mele, +7%, e di kiwi, +9%. Infine la vitivinicoltura che aumenta del +4% la già abbondante vendemmia del 2015, raggiungendo la quantità record di 13 milioni di quintali, dai quali si dovrebbero ottenere circa 10,1 milioni di ettolitri di vino. Anche i prezzi delle uve sono risultati generalmente in aumento, in media di un +5,5%.