La Corte di Giustizia Ue ammette che anche in altri Paesi si possa usare l’aggettivo ‘balsamico’

Vinegar in front of hob with steaming pot

La protezione della indicazione geografica protetta (Igp) ‘Aceto Balsamico di Modena’ non si estende all’utilizzo dei termini individuali ‘aceto’ e ‘balsamico’. Lo ha stabilito la Corte di Giustizia Ue sottolineando che la tutela rinforzata garantita dalle norme Ue riguarda la denominazione nel suo complesso, poiché è questa che gode di una fama indiscussa sia sul mercato nazionale sia su quelli esteri.
I termini non geografici della Igp, ossia ‘aceto’ e ‘balsamico’, nonché la loro combinazione e le loro traduzioni, non possono beneficiare di tale protezione. Il contenzioso nasce dal ricorso di un’impresa tedesca che commercializzava prodotti utilizzando il termine ‘balsamico’ contro la richiesta del Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena di ritirare la denominazione.
Nel recente passato la Corte di Giustizia Europea si era mostrata favorevole alla protezione delle specialità alimentari a Indicazione Geografica, ma in questo caso si è limitata ad affrontare in modo formale il concetto di ‘balsamico’ che non è proprio solo dell’aceto. Di fatto quindi è l’intera espressione ‘Aceto Balsamico di Modena’ che merita una tutela internazionale non i singoli termini che la compongono.

Mariangela Grosoli presidente
Consorzio Tutela Aceto Balsamico di Modena

Una decisione che riteniamo totalmente ingiusta a partire dall’assunto che la parola balsamico indichi ciò che invece non è: sappiamo tutti, in Italia e all’estero, che le caramelle e gli sciroppi ‘balsamici’, così come l’aggettivo ‘balsamico’ nella degustazione dei vini, non indicano assolutamente un sapore agrodolce, ma richiamano invece note forti e mentolate, che il nostro aceto di certo non possiede.
La realtà è che molti Paesi Europei si sono voluti parzialmente appropriare del successo mondiale riscosso dall’Aceto Balsamico di Modena, questo sì, unico aceto ad essere agrodolce e a usare la parola Balsamico solo perché le venne attribuita molti secoli fa dai Duchi Estensi, che lo ritenevano medicamentoso.