Secondo i dati Ismea/Gfk, nel primo semestre del 2014 il carrello della spesa degli italiani si è ulteriormente svuotato e pesa l’1,5% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E da una analisi di Coldiretti, sulla base dei dati Istat dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati, i consumi alimentari hanno toccato il fondo nel 2014 e sono tornati indietro di oltre 33 anni, cioè sui livelli minimi del 1981.
In particolare si accentua la flessione nel reparto dei lattiero-caseari (-5%), e l’ortofrutta (-2%), nonostante la generale riduzione dei prezzi. In calo addirittura le uova (-3%) che tradizionalmente sostituiscono la carne nei momenti di difficoltà economica. A cambiare è anche la qualità dei prodotti acquistati con un calo generalizzato (-0,5%) per tutte le forme di distribuzione alimentare tranne che per i discount, in crescita del 2,4% a maggio. “Un segnale confermato dal fatto che – spiega Coldiretti – più di otto italiani su dieci (81%) non buttano il cibo scaduto con una percentuale che è aumentata del 18 per cento dall’inizio del 2014, secondo il rapporto 2014 di Waste watcher knowledge for Expo.
Una leggera inversione di tendenza positiva è attesa per la seconda parte del 2014 perché – conclude Coldiretti – sarà proprio la spesa alimentare, che rappresenta la seconda voce dei budget familiari, a beneficiare maggiormente del bonus di 80 euro al mese per alcune categorie di lavoratori dipendenti, disoccupati e cassintegrati che destinano una quota rilevante del proprio reddito all’acquisto del cibo”.