La fetta maggiore se la mangiano 57 aziende industriali che introitano un terzo della ricchezza .

“La filiera agroalimentare estesa (agricoltura, industria di trasformazione, intermediazione, distribuzione e ristorazione) è il primo settore economico del Paese, e genera un fatturato totale di 538,2 miliardi di euro (pari alla somma del Pil di Norvegia e Danimarca), un valore aggiunto di 119,1 miliardi di euro (4,3 volte le filiere estese automotive e arredo e 3,8 volte la filiera dell’abbigliamento estesa) e sostiene 3,6 milioni di occupati (pari al 18% del totale degli occupati in Italia), con 2,1 milioni di imprese”. Così Valerio De Molli, Ceo di “The European House – Ambrosetti”, che ha presentato il rapporto “La creazione di valore lungo la filiera agroalimentare estesa in Italia”.
Partendo dai consumi alimentari, il rapporto ricostruisce l’utile di filiera: ogni 100 euro di consumi alimentari degli italiani, il 32,8% remunera i fornitori di logistica, packaging e utenze, il 31,6% il personale della filiera, il 19,9% le casse dello Stato, l’8,3% i fornitori di macchinari e immobili, l’1,2% le banche, l’1,1% le importazioni nette e solo il 5,1% gli operatori di tutta la filiera agroalimentare estesa. I 5,1 euro di utile per ogni 100 euro di consumi alimentari si ripartiscono nelle seguenti proporzioni: l’industria di trasformazione alimentare ottiene la quota maggiore, pari al 43,1%; il 19,6% va all’intermediazione (grossisti e intermediari in ambito di agricoltura, industria e commercio); il 17,7% all’agricoltura; l’11,8% alla distribuzione e il 7,8% alla ristorazione. Il rapporto, infine, sottolinea anche che, all’interno dell’industria di trasformazione alimentare, la ripartizione dell’utile è altamente concentrata: le aziende leader con una quota di mercato superiore al 40% nei propri mercati di riferimento (57 aziende su 56.757) catturano il 31,1% dell’utile di tutta l’Industria alimentare e il 13,4% dell’utile dell’intera filiera.

Il commento di
Federdistribuzione
Ancc Coop
Ancd Conad
Adm – Associazione
Distribuzione Moderna

La filiera agroalimentare in Italia produce poco utile per i suoi azionisti diretti e la ripartizione di questo utile è dominata dall’Industria di Trasformazione, con una quota in crescita significativa negli ultimi 6 anni e un estremo livello di concentrazione, considerando che solo 57 grandi imprese industriali, in gran parte multinazionali, assorbono un utile complessivo superiore a quello dell’intera Distribuzione.
La filiera agroalimentare italiana è un patrimonio che dobbiamo coltivare e sviluppare, non solo per il valore che ha di per sé ma anche per la sua capacità di attivare indotto e crescita dei territori.
È necessario che il mondo delle istituzioni favorisca questa dinamica positiva.