Il paniere agroalimentare italiano di qualità cresce e, nel 2011, si è arricchito di venti nuovi prodotti, di cui 14 dop e 6 igp, che sono stati iscritti nel registro europeo. Così il nostro paese ha chiuso lo scorso anno in cima alla classifica mondiale per numero di prodotti di qualità. È quanto emerge dal Rapporto Qualivita Ismea 2011, presentato presso il ministero dell’Agricoltura.

Un settore quello agroalimentare di qualità che, nato come ‘di nicchia’, oggi è in costante evoluzione, si legge nel rapporto, e la grande distribuzione è sempre più interessata ad inserire nelle proprie linee questi prodotti. Affidabilità, tracciabilità e sicurezza sono le caratteristiche più percepite dai consumatori e che maggiormente li fidelizzano. Particolarmente rilevante è la perfomance dell’aceto balsamico di Modena, iscritto nel registro europeo nel 2011 ed entrato direttamente al primo posto della top 15 di Qualivita per la grande quanità di volumi esportati.

Gli altri diciannove nuovi prodotti di qualità sono farina di castagne della Lunigiana dop, la formaggella del Luinese dop, il fagiolo di Cuneo igp, i fichi di Cosenza dop, la porchetta di Ariccia igp, il prosciutto amatriciano igp, la liquirizia di Calabria dop, la coppa di Parma igp, la brovada dop (formaggio), il carciofo brindisino igp, la seggiano dop (olio extravergine d’oliva), le terre aurunche dop (olio extravergine d’oliva), la ciliegia dell’Etna dop, la salva Cremasco dop (formaggio).

«Il quadro complessivo della qualità italiana – per Mauro Rosati, segretario generale della fondazione Qualivita – ci porta un po’ di ottimismo. La globalizzazione induce a nuove attenzioni e bisogni soprattutto di prodotti alimentari di qualità e per questo motivo, per cogliere le opportunità intrinsecamente legate a questi cambiamenti, occorre innovare e stravolgere certi paradigmi e puntare sull’organizzazione aziendale, gli standard, la certificazione e il marketing”.