I prezzi agricoli «rimarranno alti e conosceranno una grande volatilità nei prossimi 10 anni». È questa l’assai poco rassicurante previsione fatta dal Direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, che ha rafforzato il concetto raccomandando ai singoli Paesi la creazione di riserve nazionali dei prodotti alimentari di base. Le affermazioni di da Silva sono riportate in un’intervista dal quotidiano francese Le Monde che aggiunge: «Per garantire la sicurezza alimentare e fronteggiare i rincari, tutti i Paesi dovrebbero sviluppare riserve capaci di coprire necessità da una settimana a un mese».
Nonostante le difficoltà, Da Silva ritiene comunque che la situazione attuale sia «completamente diversa» da quella del 2007-08, soprattutto grazie al maggior coordinamento tra i principali Paesi. In coordinamento reso possibile dal Sistema di informazione sui mercati agricoli lanciato dal G20. Tanto che proprio oggi, la Francia, presidente di turno del Forum di reazione rapida creato dal G20, Stati Uniti, prossimo presidente del Forum dal 2 ottobre, e Messico, attuale presidente del G20, terranno una teleconferenza per decidere se convocare o meno un vertice sulla situazione del mercato delle materie prime agricole, dopo i recenti aumenti di prezzo di cereali e soia causati dalla grave siccità che ha colpito gli Stati Uniti.
«La prima convocazione di questo Forum non deve essere interpretata come un segno di panico – ha per altro sostenuto Da Silva – ma come la volontà di garantire un migliore coordinamento». Purtroppo a preoccupare, se non si vuol parlare di panico, è proprio il riconoscimento internazionale della necessità di un coordinamento, segnale che le difficoltà alimentari rischiano oggi di colpire anche i paesi che fino a ieri si consideravano ricchi e pertanto non a rischio alimentare.