Coldiretti ha definito “storico” il pronunciamento della Corte dei Conti Europea sulle sostanze chimiche negli alimenti che sottolinea il mancato rispetto nei cibi di provenienza extraUe degli stessi standard di sicurezza Ue. L’obiettivo fissato dalla Corte sarebbe quello di eliminare nel 2019, sostiene Coldiretti, le attuali “tolleranze all’importazione per alcuni residui di antiparassitari”.
Il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari sugli alimenti venduti in Europa, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Efsa, è stato pari al 4,7% per quelli provenienti da paesi extracomunitari rispetto alla media Ue dell’1,2% e ad appena lo 0,4% dell’Italia. In particolare l’organizzazione agricola contesta le condizioni favorevoli che sono state concesse dall’Unione Europea al Marocco per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli e zucchine o all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi.

Dalla Turchia il maggior numero di allarmi per l’insicurezza alimentare delle importazioni in Europa

In realtà la stessa Coldiretti precisa che sono stati 2654 gli allarmi scattati nei primi nove mesi del 2018 e che al vertice dell’insicurezza c’è la Turchia con ben 231 allarmi, dei quali 39 si riferiscono alle presenza di aflatossine cancerogene nelle nocciole molto usate dall’industria dolciaria.
«È necessario – commenta il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini – che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute». Coldiretti rilancia così la la raccolta di firme in corso a livello europeo per estendere a tutti gli alimenti l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine di produzione.