Abbiamo scritto recentemente (il 2 ottobre: “ I numeri dicono che i giovani tornano a coltivare la terra”) che i giovani stanno facendo una scelta di vita e che, magari spinti dal recupero di una tradizione famigliare, decidono di puntare sul ritorno alla terra ed all’agroalimentare come fonte primaria di reddito. Ecco allora che, secondo un report di Unioncamere-InfoCamere, sono poco meno di 57 mila le imprese agricole e dell’industria alimentare guidate da under 35, con un aumento del +6,8% rispetto l’anno precedente.
Un fenomeno che si registra in quasi tutta la penisola: quasi, perché a fare eccezione c’è il Trentino dove la situazione sembra essere allo stallo. Se si scorrono infatti le tabelle della ricerca condotta da Unioncamere si vede che in Trentino Alto Adige, a differenza di altre zone d’Italia, la situazione dei giovani in agricoltura è praticamente ferma.

Il “caso” dello stallo in Trentino rispetto alle condizioni che si registrano in Sardegna

In valori assoluti in Trentino Alto Adige le imprese giovanili nel settore agroalimentare sono 2.031 con un’incidenza del 6,9% sul totale e una variazione rispetto al 2016 pari allo 0%. Se si va ancor più nel dettaglio, mentre l’Alto Adige ha comunque visto un minimo aumento dello +0,2%, in Trentino la variazione delle aziende giovanili in questo settore è stata negativa, seppur di poco, con un analogo calo del -0,2%.
Una situazione ben diversa, ad esempio, dalla provincia di Sassari, considerata la “regina” della crescita delle aziende agroalimentari under 35. Le 1.150 imprese giovanili del settore registrate a fine giugno sono oltre il +50% di un anno fa. L’indagine non aveva il fine di scoprire il perché di questo comportamento e sono quindi possibili sono delle ipotesi: la prima è che certamente la situazione occupazionale trentina è assai migliore di quella sarda. Viene cioè da pensare che forse non sempre, comunque spesso questo ritorno alla terra ha qualcosa di meno ‘etico’ di quanto si pensi ed è condizionato anche da una effettiva mancanza di alternative occupazionali.