Il lattiero-caseario internazionale è in sofferenza nel 2018: cala il prezzo delle materie prime

Rabobank Groep N.V. è un gruppo olandese ad alta specializzazione nella fornitura di servizi finanziari. Annualmente redige il report “Global Dairy Top 20”, il più accreditato ‘ranking’ mondiale delle principali aziende nel settore lattiero-caseario. L’edizione 2019, che prende in considerazione il fatturato 2018, non vede nessun gruppo italiano tra i primi venti posti in classifica. Gli analisti di Rabobank non hanno potuto infatti considerare i 6,5 miliardi ascrivibili a Parmalat, unico gruppo tricolore che per dimensioni avrebbe potuto comparire nella classifica, in quanto le sue attività sono consolidate all’interno del bilancio della controllante francese Lactalis, secondo gruppo al mondo nel comparto lattiero-caseario. Secondo Rabobank, nel 2018, la diminuzione dei prezzi delle materie prime, le condizioni meteorologiche avverse nelle principali regioni di esportazione, un forte dollaro USA e i cambi di valuta hanno influito sul fatturato combinato delle 20 principali industrie lattiero-casearie nel mondo. In termini di dollari USA, è stato registrato un aumento del +2,5% rispetto all’anno precedente, per una crescita quindi che è in diminuzione rispetto al +7,2% registrato le precedente report. Ancor più negativo il fatturato combinato 2018 in termini di euro che è diminuito del -2,0% rispetto alla tendenza al rialzo del +5,1% del 2017.

La classifica Rabobank
Global Dairy Top 20

Al vertice si colloco Nestlé con 20,6 miliardi di euro di fatturato, seguita dalle francesi Lactalis, che totalizza ricavi per 17,6 miliardi (di cui un terzo, circa 6,5 mld ascrivibili a Parmalat, e senza contabilizzare l’acquisizione della Nuova Castelli) e Danone (15,2 mld). Al quarto posto la neozelandese Fonterra (12,1 mld). La canadese Saputo, il cui patron Joey Saputo è proprietario del Bologna Calcio, si piazza al nono posto con 9,3 mld di fatturato, preceduta dalla cinese Yili (9,5 mld). Chiude la classifica, in ventesima posizione, la tedesca Müller con ricavi stimati in 4,3 mld di euro.