Si vanno diffondendo i distretti per valorizzare agricoltura, territorio e tradizioni alimentari

In Italia sono circa una ventina i ‘distretti’ agroalimentari ed il fenomeno sta allargando dal nord al sud della penisola. Due quelli che si sono appena aggiunti alla lista. Al nord è nato il “Biodistretto Valli del Panaro”, un progetto di cultura, ambiente ed economia locale che abbraccia i 22 territori che, da Fanano a Modena, si affacciano sul Panaro e sui suoi affluenti.
Obiettivo è la promozione di un nuovo modello di consumo dei prodotti biologici locali, dando risalto alla stagionalità e alla filiera corta.
Il “Valle del Panaro” si qualifica come associazione di promozione sociale all’interno della quale troveranno posto consumatori, cittadini, operatori agroalimentari e turistici, associazioni no-profit di categoria e di consumatori, di tutela del territorio e culturali. Una cornice all’interno della quale sarà possibile valorizzare e commercializzare i prodotti biologici locali; ma anche proporre attività riguardo un nuovo modello culturale di gestione sostenibile del territorio a livello economico, ambientale e sociale.
«Attraverso le nostre iniziative – spiega Fabrizio Odorici, uno degli animatori della nuova associazionepromuoveremo sia gli aspetti culturali dell’agricoltura biologica, sia l’apertura di nuovi mercati di vendita per i produttori che aderiscono al progetto. Ma il Biodistretto non sarà soltanto commercio: vogliamo portare sul tavolo della discussione la valenza ambientale dell’agricoltura biologica e quella culturale del cibo sano».

Scendendo al sud della penisola, Agrocepi Calabria ha varato il progetto “Distretto del Cibo Mediterraneus”, nuovo presidio di tutela delle eccellenze agroalimentari del Mediterraneo che si pone gli obiettivi di una forte riaffermazione del valore della dieta meditarranea, quello di favorire la sicurezza alimentare e agevolare concretamente la riduzione dell’impatto inquinante dell’ambiente sulla produzione del cibo.
«L’approccio individuato – spiega il presidente regionale Agrocepi, Cristian Vocaturiè quello della progettazione partecipata che prevede un forte coinvolgimento degli attori locali pubblici e privati, delle diverse filiere del settore agroalimentare, del mondo dalla ricerca e sviluppo passando per le associazioni di promozione turistica e territoriale».