La Pandemia ha cambiato gli italiani: cibo prodotto in loco, preparato in casa e più sostenibile

Stando al sondaggio “2021, l’anno che verrà” svolto in collaborazione tra Coop-Nomisma e all’indagine “2021 Restart. Il nuovo inizio per l’Italia e gli italiani” (rivolta alla community del sito di italiani.coop) ristrutturazioni, domotica e acquisti di elettrodomestici figurano ai primi posti nella lista dei desideri degli italiani nel post-Covid.
Per quanto riguarda invece l’alimentazione, il cibo dovrà essere prima di tutto sostenibile per l’ambiente, ma anche di produzione locale e di filiera controllata. Il balzo in avanti registrato dalla Gdo in un 2020 alterato dalla pandemia è destinato a ridursi nel 2021 e si prevede una flessione del fatturato della rete fisica della grande distribuzione del -2,6% che, compensata dalle vendite online, ammonterà in totale al -1,6%. Per il 71% del campione la voce di spesa per il cibo rimarrà stabile, mentre un 15% intende risparmiare: in generale avrà sempre più spazio lo “slow cooking”, la nuova strategia degli italiani per spendere meno, acquistando più ingredienti di base e meno piatti pronti.
Inoltre gli acquisti si concentreranno maggiormente sugli alimenti prodotti con materie prime italiane e naturali/sostenibili (rispettivamente il 53% e il 48% del campione ritiene che queste categorie registreranno le migliori performance rispetto all’anno precedente) oltre che con ingredienti freschi (in crescita per il 52%).

Allargando lo sguardo oltre la tavola e cercando di cogliere il sentimento generale degli italiani, il sondaggio registra che per il 37% del campione la “speranza” torna prepotentemente ad essere la parola che meglio può descrivere il 2021, subito seguita dal “cambiamento” (19%) e dalla possibilità di poter presto costruire “qualcosa di nuovo”, come dichiara il 23% degli intervistati.
D’altronde più della metà (il 53%) ammette di voler rivedere le priorità della propria esistenza: maggiore attenzione a sè stessi (7 su 10 danno maggiore importanza al proprio benessere fisico e psicologico rispetto al periodo pre-Covid), per poi estendersi alla dimensione degli affetti (4 su 10 intendono trascorrere più tempo con la propria famiglia), fino ad arrivare alla consapevolezza di poter contribuire nel proprio piccolo alle sfide globali (7 su 10 prenderanno decisioni in base all’impatto che le stesse produrranno sull’ambiente).