Rafforzare e integrare i sistemi di controllo e di certificazione per proteggere al 100 per cento i prodotti di qualità dalla piaga della contraffazione, offrendo garanzie adeguate ai cittadini. Ma anche rafforzare la promozione dei marchi Dop e Igp meno conosciuti, per favorire uno sviluppo diffuso di tutte le eccellenze italiane a tavola. Solo così si tutela davvero la filiera agroalimentare “Made in Italy”, dai produttori ai consumatori. È questo il messaggio lanciato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori al seminario “La qualità nel piatto”, che si è tenuto alla presenza del presidente nazionale Giuseppe Politi.
I diffusi fenomeni di agropirateria – spiega la Cia – minano la fiducia dei cittadini, disorientati dalle ricorrenti notizie di scandali e truffe, e soprattutto compromettono l’immagine del nostro sistema agroalimentare in patria e all’estero. Una ricerca dalla Corte dei Conti riporta che solo il 5,6 per cento dei cittadini europei conosce i marchi Dop e Igp e solo il 16 per cento il marchio “Bio”. Per questo – osserva la Cia – è necessario lavorare a un’efficace strategia a livello comunitario mirata a promuovere i prodotti più qualificati. E questo tanto più adesso che il “Pacchetto Qualità”, in via di definizione da parte dell’Ue, sta ampliando ulteriormente l’orizzonte della qualità regolamentata: prodotti di montagna, prodotti di fattoria, prodotti di area.
«Un sistema di controlli efficace accresce la fiducia nei consumatori, ma è funzionale anche ai produttori – ha concluso Politi – perché crea barriere alle infiltrazioni malavitose, smaschera tempestivamente i pochi ‘furbi’ e premia i tanti produttori onesti e impegnati nella qualità. Bisogna migliorare le procedure di tracciabilità, l’informatizzazione del sistema, la professionalità degli ispettori».