Cia-Agricoltori Italiani chiede più intese internazionali per rafforzare l’export Made in Italy .

Il rapporto pubblicato dalla Commissione Europea sull’andamento dell’export agroalimentare dei 27 Paesi dell’Unione nel primo bimestre del 2021 indica per gli scambi di cibo e bevande Ue il -6% annuo sui mercati internazionali, attestandosi a quota 28,5 miliardi.
Lo sottolinea Cia-Agricoltori Italiani indicando la necessità di accordi bilaterali che rafforzino le possibilità di interscambio con i principali partner mondiali. Attualmente, riduzioni dell’export agroalimentare europeo ci sono nei confronti della Russia, del Giappone, dell’Arabia Saudita, ma a frenare di più è l’interscambio con Paesi strategici come Regno Unito e Usa.
La Brexit, infatti, ha avuto un impatto fortissimo sul commercio agroalimentare con Londra, con una riduzione delle esportazioni di ben 1,13 miliardi nel primo bimestre. In calo anche l’export con gli Stati Uniti, con una perdita in valore di 287 milioni. Due frenate significative, solo in parte compensate dall’aumento dell’export di cibo e bevande comunitarie verso la Cina, per un valore di +529 milioni di euro rispetto a gennaio-febbraio 2020.

Dino Scanavino
presidente nazionale
Cia

In questa fase di crisi globale, è chiaro che diventa sempre più urgente favorire tra Paesi accordi commerciali multilaterali e bilaterali. La sospensione dei dazi Usa-Ue, relativi al contenzioso Airbus-Boeing, è di estrema importanza e deve essere un primo passo per un cambiamento reale.
Per Cia, questo ritorno al dialogo e al multilateralismo è l’occasione non solo per sorpassare del tutto l’incubo dazi doganali, ma per riallacciare anche politiche di commercio bilaterali più strutturate e consolidate, sul modello del CETA o del JEFTA come si stava facendo in passato con il negoziato sul TTIP.
In Italia, le politiche di internazionalizzazione devono contribuire al riassetto dell’economia delle imprese, bisogna insistere sulla valorizzazione del Made in Italy agroalimentare nel mondo e va rafforzato il sistema agroindustriale e il ruolo dell’Italia nel bacino del Mediterraneo.