Il Veneto capofila nazionale ed internazionale di una azione di pressione su Bruxelles, affinché gli organismi europei valutino con maggiore attenzione gli effetti disastrosi sull’economia e sull’occupazione dell’attuale guerra delle sanzioni che vede contrapporsi Russia ed Europa. Questo il risultato dei lavori della Commissione speciale per le relazioni internazionali del Consiglio Regionale, presieduta da Nereo Laroni, alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali dell’industria, dell’artigianato, del commercio e del mondo agricolo, oltre ai responsabili dei mercati ortofrutticoli di Padova e di Verona, i presidenti dei consorzi Grana Padano e Prosciutto San Daniele e dell’Associazione dei produttori di latte.
Gli interscambi Veneto-Russia, è stato detto nel corso della seduta di palazzo Ferrofini, vedono Mosca posizionata al settimo posto della classifica export veneto per un fatturato di due miliardi di euro: un mercato che altri paesi del sud europeo stanno aggredendo. Maria Luisa Coppola, Assessora regionale all’Economia, ha sostenuto che L’Europa dovrebbe porre maggior attenzione nelle proprie politiche verso i Paesi del Sud del continente, che competono con le maggiori eccellenze agroalimentari del nostro Paese. In questa ottica si pone la risoluzione proposta durante i lavori della Commissione, indirizzata a portare al governo nazionale, alla Commissione e al Parlamento europeo l’urgenza di avviare azioni volte a “rimuovere e superare le cause e lo stato di sanzioni ed embargo”.

Embargo russo: una risoluzione da condividere con tutte le Regioni Ue

Tutto il mondo produttivo si è dichiarato favorevole all’iniziativa regionale. Nei prossimi giorni il Consiglio regionale proseguirà sulla strada avviata: «Per prima cosa – ha spiegato il Presidente del Consiglio, Clodovaldo Ruffato – cercheremo di arrivare ad un documento condiviso con tutti i gruppi e quindi presenteremo questa risoluzione ad un incontro con tutti i parlamentari ed europarlamentari veneti ed alla Giunta. Nelle prossime settimane faremo invece i due passi internazionali che ci sembrano più opportuni: porteremo la risoluzione alla conferenza delle assemblee regionali legislative europee, la Calre, e poi a Bruxelles, al Commissario per l’agricoltura».
Le preoccupazioni dei produttori veneti (e non) per gli effetti dell’embargo imposto da Putin alle esportazioni europee sono al centro dell’attenzione di tutte le forze politiche presenti in Consiglio: «Quando ci si muove in un mercato internazionale – ha sostenuto Gustavo Franchetto, Futuro Popolare – va sempre tenuta aperta la porta del dialogo e del negoziato». Bruno Pigozzo (Pd) ha invitato la Giunta a verificare se con la manovra d’autunno di assestamento del bilancio non sia possibile reperire dei fondi straordinari per indennizzare i produttori ed evitare licenziamenti e fallimenti aziendali. «Muoviamoci in modo autonomo con Mosca» ha suggerito Stefano Falconi (Lega), proponendo che il Veneto interloquisca direttamente con il governo russo, tramite l’ambasciata italiana in Russia.