Un’Europa che rafforzi il sistema delle imprese, il ricambio generazionale, l’aggregazione e le filiere agroalimentari; che incentivi produzione, produttività e tutela ambientale facendo leva sulla ricerca e sull’innovazione: è questo l’indirizzo che dovrebbe improntare le scelte politiche del nuovo Parlamento europeo per contribuire a dare maggiore stabilità finanziaria al comparto agroalimentare. Lo hanno sostenuto, in un documento di proposte e richieste per l’Europa le organizzazioni Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative agroalimentari riunite in Agrinsieme.
«Più Europa, più impresa e più crescita per il comparto – ha sintetizzato il coordinatore di Agrinsieme Mario Guidi nel suo intervento – Le risposte che ci attendiamo dall’Europa in tema di agricoltura dovranno riuscire a garantire una linea strategica, coerente e reimpostata nell’approccio. Ricordiamo che l’agricoltura da sola assorbe circa il 40% del budget comunitario e rappresenta una delle poche, vere, politiche completamente decise a livello europeo. Meno burocrazia e più internazionalizzazione, questa la strada da percorrere per una politica agricola che sappia realmente porre al centro le imprese. Per ridurre i carichi burocratici – ha spiegato Guidi – proponiamo di valorizzare i principi dell’autocontrollo e della proporzionalità degli adempimenti alle reali caratteristiche delle imprese e di evitare il più possibile sovrapposizioni e ripetizioni di interventi, anche con l’ausilio della tecnologia».

Elezioni europee: la Pac privilegi le realtà produttive
In materia di internazionalizzazione, le proposte contenute nel documento che Agrinsieme ha consegnato ai principali partiti politici sono quelle di stimolare la promozione dei prodotti diretti all’estero, consolidando il sistema produttivo agricolo. Anche la politica commerciale dovrà agire in maniera funzionale a questo obiettivo, realizzando accordi commerciali di mutuo vantaggio basati sulla reciprocità, senza al tempo stesso rinunciare ad una logica difensiva che eviti contraccolpi negativi per i comparti produttivi strategici.
Capitolo fondamentale è poi quello dei fondi comunitari a disposizione. «La programmazione comunitaria – ha ricordato Guidi – deve privilegiare le realtà produttive del settore finanziando misure e iniziative progettuali rivolte alla competitività e al mercato”. Ricordando come dopo il recente negoziato sulla Pac, la prossima legislatura europarlamentare e il semestre di presidenza italiana della Ue costituiscano appuntamenti decisivi per affrontare i grandi temi dello sviluppo e della crescita, Agrinsieme ha quindi auspicato che il nostro Paese sia in grado di affermare le proprie priorità in Europa, anche ottenendo incarichi di rilievo in Commissione e in Parlamento. «Alle forze politiche – ha concluso Guidi – chiediamo appuntamento tra un anno, per fare insieme ‘il punto sull’Europa’ e sugli obiettivi che oggi condividiamo».