L’andamento climatico fa immediatamente risentire i propri effetti sui prodotti ortofrutticoli: dopo un dicembre più caldo dell’usuale che aveva indotto qualcuno a preconizzare problemi quando si fosse presentato il freddo, l’inizio di gennaio ha portato proprio le temute gelate al nord e insistenti nevicate al centro sud. Per le coltivazioni non poteva andar peggio e gli effetti sul mercato sono stati fin da subito sensibili, come dimostrano i primi dati relativi all’organizzazione distributiva dei grossisti ortofrutticoli attivi nel Centro Agroalimentare Roma.
Il consuntivo del management ha potuto riscontrare “una disponibilità dei volumi ridotta del 40% rispetto ai quantitativi consueti e rincari nei prezzi all’ingrosso di certe referenze schizzati a picchi massimi del 50/60% in più, rispetto ai listini di inizio anno”. Una nota specifica: “Tra gli aumenti più pesanti dei 26 prodotti confrontati con i listini della stessa settimana del gennaio 2016 spiccano il +350% delle bietole, il +233% dei cipollotti, il +225% degli spinaci, il +170% della lattuga, il 157% delle zucche, il 150% dei cavoli. L’attività delle serre scaldate a tutta manetta dagli idrocarburi, quelle non sfondate da gelo o neve, ha alzato i rincari”. E le prospettive non sono favorevoli secondo il topmanager del Car, Fabio Massimo Pallottini: «le scorte dei grossisti fronteggeranno bene o male le esigenze distributive e gli ordini di rifornimento dai dettaglianti. Ma, con questi chiari di luna, gli aumenti sono inevitabili. E se il gelo seguiterà, non escluderei problemi di rifornimento ortofrutticolo negli esercizi della distribuzione commerciale al dettaglio».