I rappresentanti delle associazioni degli allevatori, dei produttori, dei caseifici e tutte le categorie del settore latte nel Veneto sono stati convocati attorno allo stesso tavolo dall’Assessore all’agricoltura, Giuseppe Pan, per affrontare la crisi del settore lattiero-caseario innescata dal crollo del prezzo del latte verificatosi con la fine del regime europeo delle quote di produzione.
«La Regione vuole investire in qualità e in progetti integrati di filiera – ha dichiarato l’assessore Pan – Chi rischia di più sono i piccoli allevamenti, che faticano a reggere i costi di gestione e di ammortamento di fronte ad una concorrenza sempre più aggressiva. Dobbiamo aiutare le nostre imprese che hanno investito nel benessere animale e nella sicurezza ambientale a non perdere il proprio potenziale produttivo. La Regione provvederà ad erogare aiuti al credito di esercizio e utilizzare i fondi del Psr. Il bilancio 2016 della Regione prevede un milione di euro per gli interventi previsti dalla legge regionale 19 del 2009: apriremo un bando e, tramite Avepa, sosterremo le aziende del settore zootecnico e lattiero-caseario che faranno ricorso al credito bancario. Nel contempo, con i fondi del programma di sviluppo rurale – aggiunge Pan – incentiveremo i progetti integrati di filiera per favorire la connessione tra agricoltura, allevamenti e agroindustria. Le risorse ci sono e quella del latte rappresenta una filiera primaria da promuovere e valorizzare».

LE RICHIESTE ALL’EUROPA E AL GOVERNO NAZIONALE
La spinta alla aggregazione, la promozione della qualità totale del latte e dei latticini ‘nostrani’ attraverso il marchio QV (Qualità verificata) e l’integrazione della filiera restano il binario privilegiato dell’intervento regionale per tutelare un settore nel quale il Veneto è il terzo produttore nazionale, con 3300 stalle tuttora attive e oltre un milione e 113 mila tonnellate di latte, per l’85% trasformato in formaggi Dop o tradizionali.
Ma l’altro fronte di azione, sollecitato da categorie e produttori, resta la ‘difesa’ del latte veneto dalla concorrenza del latte d’importazione. Saranno intensificati i controlli sulle importazioni di latte dall’estero e sarà favorito un grande investimento tecnologico per creare impianti per la produzione del latte in polvere e di siero così da competere con i produttori del nord Europa. Il tavolo veneto anti-crisi ha inoltre predisposto un pacchetto di richieste anche nei confronti di Roma e Bruxelles. «I produttori veneti e la Regione – sintetizza l’assessore Pan – chiedono al Ministero per le politiche agricole di attivare tutte le misure previste dal Programma nazionale di sviluppo rurale per la gestione del rischio, come i fondi di mutualizzazione e le misure di stabilizzazione del reddito. E alla Commissione europea lanciamo un appello perché l’Europa inserisca nella propria normativa l’etichettatura obbligatoria di origine per i latte e i derivati, contro le frodi».