Secondo uno studio pubblicato da alcuni docenti dell’University of Technology Sydney e della Duke University “i consumatori sottovalutano enormemente la differenza che le loro scelte alimentari possono fare per i cambiamenti climatici ma, se verranno fornite informazioni chiare sull’etichetta, preferiranno gli articoli con un’impronta di carbonio inferiore”. Per questo propongono di imporre sui prodotti alimentari una etichetta simile a quella che noi conosciamo sugli elettrodomestici con l’impronta di carbonio del cibo.
“Con un apparecchio come un riscaldatore – spiegano i ricercatori – si può facilmente percepire l’energia utilizzata e vedere una bolletta elettrica alla fine del mese, quindi l’impatto è piuttosto rilevante. Mentre l’impatto della produzione alimentare è in gran parte invisibile. Se si chiede alle persone di indovinare la differenza per l’ambiente tra gli ingredienti della zuppa di manzo o di una zuppa di verdura. ritengono che non ci sia molta differenza, ma il manzo crea più di 10 volte la quantità di gas serra rispetto alla zuppa vegetale”.

La scelta dei consumatori è condizionata anche dalla consapevolezza del rispetto ambientale

I ricercatori hanno allora valutato se potevano migliorare la percezione delle persone sull’impatto ambientale delle loro scelte alimentari attraverso l’uso dell’etichettatura: hanno presentato a 120 partecipanti una scelta di minestre con l’impronta di carbonio indicata con una etichetta simile a quella degli apparecchi elettrici.
Il risultato è stato chiaro: “l’introduzione di etichette con l’impronta di carbonio sui prodotti alimentari potrebbe essere un intervento semplice per aumentare la comprensione dell’utilizzo di energia e delle emissioni di gas serra derivanti dalla produzione alimentare, e quindi per ridurre gli impatti ambientali”.