Pacco dono da 50 chili di cibo consegnato a domicilio per un natale di solidarietà Made in Italy

Sono oltre 4,8 milioni i poveri in Italia che per le feste di Natale sono costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare nelle mense o con la distribuzione di pacchi alimentari a causa della crisi economica legata al Covid. E guardando al futuro prossimo, oltre alle persone a rischio povertà alimentare, vi è un 17,4% degli italiani che per paura di non farcela dovrà limitarsi alle sole spese di base, tra casa e alimentazione.
A tutti loro è rivolta l’iniziativa promossa da Coldiretti, insieme a Campagna Amica e Filiera Italia e con la partecipazione delle più rilevanti realtà economiche e sociali del Paese, per la distribuzione di circa mezzo milione di chili di cibi e bevande gourmet Made in Italy nella settimana di Natale.
Decine di mezzi sono stati organizzati per le consegne lungo tutta la Penisola per procedere alla distribuzione a nuclei familiari in stato di bisogno individuati da Coldiretti/Campagna Amica insieme ai servizi sociali dei comuni e alle parrocchie. Ogni famiglia è destinataria di un pacco di oltre 50 chili con prodotti 100% Made in Italy: dalla pasta ai legumi, dalla passata di pomodoro al cotechino, dal prosciutto crudo alla farina, dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano, dal Provolone al latte UHT.

«Di fronte ad una emergenza senza precedenti – spiega il segretario generale di Coldiretti, Enzo Gesmundo – serve una grande azione di solidarietà per dare a tutti la possibilità di trascorrere un Natale più sereno nonostante i timori per la salute e l’economia che derivano dalla ripartenza dei contagi da Covid».
«Abbiamo davanti un Natale che sarà difficile per molti – sottolinea Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italiaper questo le eccellenze dell’agroalimentare italiano vogliono tendere una mano a chi ne ha più bisogno mettendo a disposizione i loro prodotti con l’obiettivo di ridurre, seppure in piccolissima parte, il food social gap, quella frattura tra chi può continuare a permettersi cibo di alto valore e chi invece non può e deve contrarre i propri consumi».