Zucchero: dallo scorso settembre sono state eliminate, con la riforma in atto per step successivi a partire dal 2005, le quote di produzione per i singoli Paesi previste dall’Unione Europea. Già a pochi mesi di distanza gli effetti sul settore bieticolo-saccarifero italiano si stanno facendo sentire pesantemente ed il sistema produttivo nazionale fatica a reggere il pressing aggressivo di Francia e Germania. Ma anche altri competitor extraeuropei, non più vincolati dalle ‘antiche’ regole di mercato che duravano dal 1968, possono esportare nel nostro paese enormi quantità di zucchero a prezzi bassissimi.
Attualmente l’unica realtà produttrice di zucchero italiano rimasta, presente sul mercato con il marchio Italia Zuccheri, è la cooperativa Coprob. «Il bilancio nel 2017 – spiega il presidente Coprob, Claudio Gallerani dal punto di vista agronomico è stato molto positivo; nonostante il clima siamo riusciti a produrre molto bene, più di 10 tonnellate di zucchero anche con punte di 12 e 13 tonnellate per ettaro. Sicuramente dal punto di vista produttivo c’è un grande entusiasmo in campagna».

La produzione nazionale è concentrata tra il Veneto e l’Emilia Romagna

Sono 7.000 le aziende agricole associate Coprob, distribuite tra l’Emilia-Romagna e il Veneto. «Attraverso il ‘precision farming’ – continua Gallerani – la nuova bieticultura 4.0, che da quest’anno è anche bio, è sicuramente di grande soddisfazione, di grande tecnologia. Ma oggi ci sta preoccupando il mercato: dopo la chiusura delle quote il 30 settembre 2017 c’è stata un’invasione di zucchero franco-tedesco. Francia e Germania hanno prodotto il 20% in più nel 2017, dopo le direttive europee, e stanno invadendo il nostro mercato a prezzi assolutamente sottocosto».
Per questo i produttori chiedono che ci sia un patto per la salvaguardia della produzione italiana, un patto che tuteli questa filiera e dia la possibilità di poter continuare a esserci e a crescere. «Perché – conclude il presidente Coprob – nel giro di qualche anno saremo sul mercato con lo zucchero biologico».