Secondo Coldiretti l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano utilizzato per fare la pasta ha già prodotto “un profondo cambiamento sullo scaffale dei supermercati dove si è assistito alla rapida proliferazione di marchi e linee che garantiscono l’origine nazionale al 100% del grano impiegato, impensabile fino a pochi anni”. I dati sono tratti da una elaborazione dello studio sui cambiamenti in atto nei consumi di pasta condotto da AIDEPI, il primo polo associativo cerealicolo-dolciario per numero di iscritti, rappresentante delle industrie nazionali produttrici di pasta e dolci.
“Sono sempre più numerosi i brand che garantiscono l’origine nazionale del grano” osserva ancora Coldiretti, evidenziando che “avanza anche la produzione di grano bio italiano. L’Italia è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con 4,3 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a circa 1,3 milioni di ettari che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% della produzione nazionale”.

L’Italia è il primo Paese per produzione di pasta ed il primo per consumo annuo pro capite

Coldiretti segnala anche che “è boom in Italia anche per la pasta di grani antichi come il ‘Senatore Cappelli’ con un aumento in un anno del 400% delle superfici coltivate che hanno raggiunto i 5.000 ettari nel 2018 sotto la spinta del crescente interesse per la pasta 100% di grano italiano”.
Ricordiamo che Coldiretti è tra le associazioni che stanno raccogliendo le firme su di un testo da sottoporre all’Europa per rendere obbligatoria in ogni Paese l’indicazione di origine dei prodotti alimentari. “Gli italiani – conclude Coldiretti – sono i maggiori consumatori mondiali di pasta con una media di 23 chili all’anno pro-capite. E l’Italia si conferma leader anche nella produzione industriale con 3,2 milioni di tonnellate, davanti a Usa, Turchia e Brasile”.