Il settore agricolo, insieme a quello agroalimentare, è in assoluto il più grande consumatore d’acqua e tra i principali responsabili di emissioni di gas serra. Allo stesso tempo, il settore agroalimentare subisce il diretto impatto delle sfide legate all’aumento demografico, al cambiamento climatico e al rischio di insicurezza nell’accesso al cibo. Per tutelare il diritto ad avere accesso a un’alimentazione cosiddetta “sostenibile”, cioè a basso impatto ecologico, è necessario che questi settori siano sempre più oggetto di investimenti diretti.
È quanto spiega Alexander Roose, Head of International Equities di Degroof Petercam AM che sottolinea le tre caratteristiche strutturali che questi investimenti dovranno avere:

  • disponibilità per una popolazione globale in crescita indipendentemente dalle condizioni ambientali;
  • accessibilità economica e fisica alle risorse alimentari con prezzi abbordabili;
  • approvvigionamento alimentare, da calcolare sul fabbisogno nutrizionale individuale.

L’agroalimentare entra quindi nel mirino dei money manager a caccia di qualche buon investimento.

Efficienza delle risorse idriche, biodiversità e sicurezza alimentare: questa la ‘bibbia’ per il futuro

Per rendere il settore agroalimentare più sostenibile, secondo Alexander Roose, è possibile iniziare a investire in maniera responsabile puntando in primo luogo sulla qualità, ovvero producendo meglio piuttosto che in quantità maggiore, anche avvalendosi dell’aiuto della ricerca in campo di innovazione tecnologica, per esempio tramite una gestione più efficiente delle risorse idriche.
«È necessario – dice Roose – procedere verso l’adeguamento della composizione degli alimenti, investendo in aziende che prediligono ingredienti salutari senza compromettere la struttura o il gusto. È necessario inoltre alzare il livello della sicurezza agroalimentare, guardando ad aziende specializzate in controllo di sicurezza sul cibo o aziende specializzate nella catena del freddo». Un altro fattore strategico della futura agricoltura è la tutela della biodiversità, che si deve realizzare investendo in programmi educativi di sostenibilità ambientale destinati a contadini e comunità.