Il comparto agroalimentare si conferma un “gioiello” del sistema economico del Veneto ed è il settore che meglio sta fronteggiando la crisi economica. È quanto emerso dall’incontro che si è tenuto nello stabilimento della Latteria Montello a Giavera del Montello, in provincia di Treviso, nell’ambito del Salone d’Impresa che ha riunito alcuni tra i maggiori imprenditori del comparto agroalimentare trevigiano e veneto. L’iniziativa, che rientra nel ciclo di incontri di “Rimettere le Scarpe ai Sogni”, è stata promossa insieme a PwC, Pasta Zara e Cisco con il partner Vem Sistemi.
Nel corso dell’incontro Unioncamere Veneto, partner nel progetto di Salone d’Impresa, ha presentato un’indagine che offre una fotografia del comparto che vede attive nella regione 3.650 imprese, concentrate soprattutto nelle province di Treviso (780), Padova (685) e Verona (683). Le imprese agroalimentari attive in Veneto rappresentano il 6,5% delle imprese manifatturiere regionali, mentre a livello nazionale l’incidenza è dell’11,3%. Questo perché, rispetto alla media italiana, le imprese agroalimentari venete sono maggiormente strutturate e hanno una dimensione media maggiore: le microimprese (2-9 addetti) sono circa l’80% a fronte di un dato nazionale del 93%.

Agroalimentare: una forte propensione all’internazionalizzazione
«L’industria agroalimentare è quella che sta fronteggiando meglio la crisi economica – ha spiegato Serafino Pitingaro, responsabile Area Studi e Ricerche Unioncamere Veneto – Dal 2009 l’andamento del fatturato è crescente o stabile, a fronte di una dinamica media negativa dell’industria regionale. Le imprese agroalimentari del Veneto hanno una forte propensione all’internazionalizzazione: dal 2002 al 2012 le esportazioni di prodotti alimentari in valore sono raddoppiate, superando i 4 miliardi di euro. Solo nel 2012 le esportazioni sono cresciute del 9,7% rispetto all’anno precedente».
Analizza Ferdinando Azzariti, presidente di Salone d’Impresa: «Dai dati Unioncamere del Veneto l’agroalimentare cresce bene e supera la crisi, però è necessario aumentare sia la dimensione, sia il fatturato. Come? Lavorando di più in filiera, attraverso la creazione di aggregazioni internazionali sia verticali sia orizzontali ed investendo di più sulla comunicazione e sul brand».
Che il settore debba affrontare qualche cambiamento è confermato da Erika Andreetta, Retail & Consumer Goods Consulting Leader di PwC.: «Secondo un recente studio PwC le aziende del settore Retail & Consumer Goods stanno vivendo profondi cambiamenti, guidati da tre scenari evolutivi: adattamento dell’offerta, innovazione e nuovi equilibri di filiera. Proprio sulla revisione degli assetti di filiera si dovrà investire nei prossimi anni per sfruttare la condivisione di mezzi, risorse e competenze».

Agroalimentare: le parole magiche che vengono dalla tradizione
Gli imprenditori hanno portato le loro esperienze aziendali e le nuove metodologie per crescere e innovare anche in questo periodo di crisi economica globale. «Genuinità, tradizione e qualità sono le parole chiave che da sempre guidano la nostra famiglia – hanno spiegato Silvia e Alessandro Lazzarin, rispettivamente responsabile marketing e produzione di Latteria Montello – l’azienda è stata fondata nel 1947 da Giovanni Lazzarin, Nonno Nanni, che è poi diventato anche il marchio dei nostri formaggi freschi conosciuti con il marchio Nonno Nanni. Oggi l’azienda, che dà lavoro a oltre 200 dipendenti e produce più di 43 milioni di pezzi di formaggi, è leader in Italia nel segmento premium del mercato stracchini ed è presente, tra gli altri Paesi, in Germania, Austria, Svizzera, Inghilterra e Belgio».
Stefano Bossi (direttore generale VEM sistemi S.p.a.) e Stefano Pambianchi (director consulting Cisco Italy) hanno illustrato esperienze, metodi e strumenti innovativi in atto a livello nazionale e internazionale con cui le imprese agroalimentari venete dovranno imparare a confrontarsi.