È nata Agrinsieme Veneto. È il coordinamento a livello regionale che riunisce le sigle associative Legacoop, Confcooperative, AGCI, Confagricoltura e CIA, e che da oggi rappresenterà in modo unitario le aziende e le cooperative dell’agroalimentare veneto a loro aderenti.
Giangiacomo Bonaldi, presidente Confagricoltura Veneto, ha assunto il ruolo di coordinatore di  Agrinsieme Veneto e ne indice il primo, imprescindibile obiettivo: «Difesa delle nostre imprese e valorizzazione del “made in Veneto” attraverso il rafforzamento dell’intera filiera: dal produttore al consumatore. In uno scenario generale caratterizzato da disgregazione e polverizzazione – aggiunge Bonaldi – siamo orgogliosi di aver fatto una scelta controcorrente, che vede mondi diversi aderire a un progetto unitario per perseguire i propri obiettivi».
«Siamo – sottolinea Davide Mantovanelli, responsabile regionale Legacoop Agroalimentare – fra  le prime regioni ad aver dato gambe al coordinamento Agrinsieme (nato a livello nazionale lo scorso gennaio), attraverso un percorso così strutturato e già declinato a livello provinciale a Padova, Verona e Venezia. Puntiamo a raggiungere una massa critica che ci garantisca un ruolo attivo nella definizione delle strategie di sviluppo del settore».

Agrinsieme: innovare Veneto Agricoltura, Avepa, Veneto Sviluppo
Fra le prime azioni da perseguire, Agrinsieme Veneto indica la semplificazione burocratica, a tutti i livelli territoriali, per liberare le energie e le risorse necessarie alle imprese per competere sui mercati globali. «L’offerta del prodotto sui mercati – sostiene Flavio Furlani, presidente Cia Veneto – va di sicuro riorganizzata: rendendo più organica e sistematica l’azione delle strutture associative esistenti, migliorando i legami fra mondo delle imprese, enti locali e università, e aumentando l’efficacia dell’attività di ricerca e sperimentazione. Ma prima di tutto occorre una riforma degli enti strumentali della Regione, che ne ridefinisca i ruoli e le responsabilità, a partire da Veneto Agricoltura e Avepa».
Una maggiore competitività passa anche per la risoluzione del nodo dell’accesso al credito. «Ci aspettiamo di più da Veneto Sviluppo – dichiara Antonio Melato, presidente Fedagri Confcooperative Veneto – ed abbracciamo in pieno la battaglia che si sta portando avanti a livello nazionale, per una tassazione dei fondi e degli edifici a destinazione produttiva che ne riconosca la natura di strumento di lavoro e non di fonte di rendita. Nel futuro di Agrinsieme Veneto – conclude Melato – abbiamo previsto un allargamento dell’ambito di azione che affiancherà all’attività di rappresentanza la costituzione di una rete di servizi a disposizione delle realtà associate».

Agrinsieme: la politica auspica l’unità del comparto
Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo giudica la nascita di Agrinsieme Veneto: «una scelta decisiva, a testimonianza di una chiara visione del contesto di riferimento che vede proprio nella rete lo strumento d’elezione per creare importanti opportunità di crescita e sviluppo per le realtà imprenditoriali del settore. Una sinergia in grado di ascoltare le istanze delle imprese e di dare loro voce, confrontandosi in maniera efficace con i soggetti politici ed economici di riferimento».
«In questa fase di crisi – commenta Franco Manzato, assessore all’Agricoltura della Regione Veneto – l’aggregazione del sistema primario rappresenta un asset strategico, anche per uscire da quell’isolamento culturale nel quale il settore è stato imbozzolato dalla società industriale e post industriale. L’auspicio, per tutti, è che la nascita di Agrinsieme sia foriera di quell’unità dell’intero comparto tanto necessaria in questa fase difficilissima sia per l’agricoltura, sia per le istituzioni».
«Si tratta di un’evoluzione essenziale per il Veneto – continua Manzato – che deve sviluppare quanto prima un sistema all’interno del quale le imprese possano reggersi solo sulla propria attività e non sopravvivano in funzione dei contributi pubblici. La data che dobbiamo darci tutti per arrivare ad un simile traguardo è il 2020; e la priorità, quella di favorire il cambio generazionale e le colture che supportano “Italian Style” e “made in Italy”».