Andamento tendenziale del settore agroalimentare in Veneto nel 2013: se l’eccessiva piovosità primaverile ha penalizzato alcune colture (i frumenti in particolare), l’andamento climatico prevalentemente favorevole dei mesi successivi ha consentito di realizzare produzioni elevate in altre importanti colture, come il mais e la soia, che nel 2012 avevano subìto dei forti cali a causa della siccità estiva. In leggero arretramento le colture legnose, per le quali ha inciso negativamente soprattutto la flessione dei prezzi dei prodotti vitivinicoli, e la zootecnia, che è stata parzialmente penalizzata dai risultati insoddisfacenti della carne bovina. Questo il bilancio dell’annata appena trascorsa presentato da Veneto Agricoltura.
Nel dettagliare i dati 2013, Alessandro Censori, responsabile del Settore Economia, Mercati e Competitività dell’Azienda regionale, ha ricordato che «ancora una volta il settore primario veneto ha registrato lo scorso anno un significativo calo del numero delle imprese agricole iscritte alle Camere di Commercio del Veneto, sceso a 68.250 unità, con una flessione del -6,3% nei primi nove mesi del 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012». Decisamente più contenuto il calo delle imprese dell’industria alimentare (-0,1%, 3.660 unità attive). Dopo il notevole aumento del numero degli occupati in agricoltura nel triennio 2010-2012, con un incremento medio annuo di circa il 10%, nei primi 9 mesi del 2013 si è registrato invece un calo del 14,6% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, essendo scesi a poco più di 67.000 unità.
La bilancia commerciale dei prodotti agroalimentari dimostra un contestuale aumento di importazioni (+7,2%) e di esportazioni (+7%); ma un incremento più che proporzionale dell’import rispetto all’export ha determinato un aggravamento del deficit agroalimentare a 685 milioni di euro (+8,6%).

Agricoltura veneta 2013: cresce l’export, ma anche l’import
«Esaminando i risultati economico-produttivi conseguiti nel 2013 dalle singole colture e allevamenti – ha ricordato Censori – va innanzitutto evidenziato l’effetto negativo su alcune colture dell’eccezionale piovosità primaverile: da marzo a maggio è caduta in Veneto una quantità di pioggia più che doppia rispetto alla media del 1994-2012, con temperature decisamente inferiori alla norma». Ne hanno risentito soprattutto i cereali autunno-vernini, le cui produzioni risultano in generale diminuzione: frumento tenero -14% e frumento duro -39%, mentre la produzione dell’orzo è aumentata del 36%, ma solamente grazie al notevole aumento della superficie investita (+44%). In netto recupero rispetto al pessimo 2012, caratterizzato da un’estate molto siccitosa, il mais che si conferma prima coltura regionale con una superficie di 250.000 ettari (-8%) e una produzione salita a 2,2 milioni tonnellate (+48%). Nonostante questi cali produttivi, il prezzo dei cereali ha spesso subìto l’andamento delle quotazioni internazionali, influenzate a loro volta da un’annata generalmente assai produttiva a livello globale. Sono quindi risultati al ribasso i prezzi medi annui di mais (-7%), frumento tenero (-5%) e orzo (-15%). Stabile il prezzo del frumento duro, in controtendenza quello del riso (+6%).

Agricoltura veneta 2013: male le colture orticole, cresce il girasole
Per quanto riguarda le colture industriali, è stata notevole la ripresa della soia, che incrementa la superficie (+20%) ma soprattutto la produzione (+116%, record degli ultimi dieci anni), riuscendo anche a tenere sui mercati (+4% il prezzo medio annuo). La piovosità primaverile ha invece creato difficoltà alle semine della barbabietola da zucchero, le cui superficie e produzione sono scese di circa il -27%. In aumento la produzione di tabacco (+19%), in diminuzione la colza (-27%) e più che raddoppiati gli ettari investiti a girasole (+128%).
Anche per le colture orticole il risultato è negativo per l’anomalo andamento climatico. Cali produttivi per patate (-40%), radicchio (-8%), lattuga (-9%), aglio (-7%) e asparago(-25%); ma dal punto di vista commerciale la scarsità di prodotto ha generalmente sostenuto i prezzi. Tra le principali colture frutticole annata positiva per la produzione del melo (+40%); non altrettanto per pero (-19%), pesco (-8%) e kiwi (-9%), che tuttavia hanno ottenuto quotazioni superiori rispetto all’anno precedente. La vitivinicoltura veneta ha beneficiato di un periodo estivo-autunnale tutto sommato favorevole, che ha consentito di raddrizzare una situazione vegetativa e fitopatologica che in primavera si presentava assai preoccupante. Le produzioni di uva e vino aumentano rispettivamente del 4,4% e del 7% rispetto alla scarsa vendemmia 2012, tornando su livelli di normalità ma deprimendo ilistini delle uve, risultati mediamente in calo (-11%).

Agricoltura veneta 2013: zootecnica e pesca salvate dal prezzo
Risultati in chiaroscuro per la zootecnia: il prezzo del latte ha beneficiato di un incremento di circa il 5%, ma le quotazioni della carne bovina sono risultate complessivamente in calo. Sostanzialmente stabili sui mercati le carni suine, mentre quelle avicole dimostrano un incremento del +5%. La riduzione dei costi alimentari osservata nel secondo semestre del 2013 ha consentito agli allevamenti di recuperare parte del valore aggiunto.
Infine uno sguardo sul settore della pesca che regista ancora in calo la flotta peschereccia veneta (-2%) e i quantitativi prodotti nei primi 6 mesi del 2013 dalla pesca marittima (-6%), mentre il prezzo medio di vendita del pescato è salito di circa il +10%.